Roma, sesso con detenute trans: due agenti a processo

A denunciare alcuni agenti del reparto una detenuta trans brasiliana: "Aprrofittano di noi"

Spedizione punitiva contro detenuto: calci e pugni durante l’ora d’aria a Rebibbia
Immagine di repertorio.

Dagli apprezzamenti volgari al sesso consumato in uno dei tanti padiglioni di Rebibbia con una trans detenuta. E’ l’accusa dalla quale si ritrovano a difendersi davanti all’VIII sezione collegiale del tribunale di Roma due agenti della polizia penitenziaria.

A denunciare alcuni agenti del reparto una detenuta trans brasiliana: “Aprrofittano di noi”

A portare a giudizio i due poliziotti la denuncia di una detenuta trans di nazionalità brasiliana, addetta alle pulizie all’interno del carcere. Girando nella sezione riservata alle transgender avrebbe raccolto le lamentele di altre detenute, troppo spesso molestate.

Esaminati i singoli casi, però, alla fine la procura di Roma ha deciso di procedere solo per due degli agenti incriminandoli del reato di induzione a dare o a promettere una utilità.

L’accusa di violenza sessuale è stata così riqualificata dopo che la trans brasiliana ha specificato di non essere mai stata costretta da fare sesso in carcere con la violenza, ma solo indotta. Insomma si sarebbe piegata in più occasioni a far sesso con gli agenti responsabili di fatto della vita in carcere

Uno dei poliziotti – l’unico interrogato – ha negato di aver fatto sesso con la detenuta. “Non è chiaro quali favori il poliziotto possa aver concesso alla denunciante. A noi non risultano, ne’ li ha specificati la presunta vittima”, spiega il difensore dell’agente, l’avvocato Cesare Gai.

Sigarette in cambio di sesso

I fatti denunciati dalla detenuta risalirebbero alla primavera del 2021. Per accuse analoghe in un altro procedimento è finito a processo un altro agente della polizia penitenziaria.

In questo caso il poliziotto avrebbe consumato intimità con una trans offrendo in cambio di sigarette, cioccolatini e ricariche telefoniche.

L’imputato, assistente capo della polizia penitenziaria, temporaneamente in servizio presso il reparto G12 della casa circondariale Rebibbia, ha scelto di essere giudicato col rito abbreviato, il procedimento che saltando il processo ordinario in caso di condanna garantisce uno sconto di un terzo della pena.

Il fatto risale al 7 agosto del 2022.

Secondo l’imputazione il poliziotto avrebbe “indotto un detenuto transgender ad avere con lui dei rapporti sessuali abusando della sua qualità e delle sue funzioni, dietro la promessa di alcuni beni di consumo: sigarette, cioccolata, soldi per le ricariche”.

L’agente, intanto, è stato sospeso in via cautelativa dal servizio, in attesa della sentenza mentre i due colleghi appena finiti a processo sono stati trasferiti in attesaa della decisione del tribunale.