Nessuna operazione finalizzata al traffico di stupefacenti e neppure ipotetici scenari da film thriller anche se sul tappeto restano ancora alcuni interrogativi da sciogliere. La Guardia costiera di Roma ha ricostruito quanto accaduto allo yacht battente bandiera estera trovato privo di equipaggio che si è arenato ieri, domenica 22 ottobre sulla spiaggia di Fregene nei pressi dello stabilimento balneare Controvento, situato in via Silvi Marina 37/c.
Lo yacht battente bandiera estera e privo di equipaggio a bordo si era arenato accanto a uno stabilimento balneare
Gli uomini della Capitaneria si sono attivati dopo aver ricevuto una chiamata alla Sala operativa che segnalava la presenza di un’imbarcazione alla deriva che, sospinta dal vento e dalle onde si è arenata sulla spiaggia di Fregene (leggi qui). Il personale della Sala operativa ha quindi iniziato a effettuare una serie di verifiche finalizzate ad accertare se i sistemi di allerta e vigilanza in mare avessero segnalato l’eventuale presenza di naufraghi dispersi in mare e che potessero essere in qualche modo ricollegati allo yacht spiaggiato.
Saliti a bordo del natante i militari della Guardia costiera hanno iniziato a perquisire i locali sottocoperta trovando alcuni documenti e scontrini relativi agli acquisti effettuati dai proprietari dell’imbarcazione. In questo modo è stato possibile risalire agli spostamenti effettuati negli ultimi giorni.
Grazie alle indagini effettuate è stato accertato che gli occupanti dello yacht, tre cittadini croati salpati da Santa Marinella e diretti verso il porto di Marsiglia, avevano subito un’avaria e, nell’impossibilità di governare l’imbarcazione, avevano lanciato il 13 ottobre un messaggio di soccorso raccolto dall’Excelsior, un traghetto proveniente dal pporto di Palermo e adibito al trasporto passeggeri che li aveva sbarcati in ottime condizioni di salute nel porto di Genova due giorni dopo.
Il fatto è che la barca di proprietà di un cittadino francese che l’aveva iscritta a registro navale con il nome di “Carpe diem” e poi venduta, undici anni fa, a uno dei tre croati è andata alla deriva e ha finito il suo viaggio sul litorale situato a nord di Roma rimanendo in mare per 9 giorni senza che nessuno di coloro che si trovavano a bordo ne avesse denunciato l’abbandono con gli annessi gravi rischi per la navigazione sul Mar Tirreno. L’imbarcazione è stata ritrovata con le canne da pesca ancora inserite sul ponte di poppa e i mulinelli pronti all’uso circostanza che farebbe pensare a un abbandono dovuto a un guasto improvviso.
L’imbarcazione è stata rimossa dall’arenile per scongiurare qualsiasi pericolo per la pubblica l’incolumità o che potesse essere oggetto di furti e atti vandalici ma soprattutto per evitare, anche in relazione al previsto arrivo di possibili mareggiate, il rischio che il carburante stipato nei serbatoi potesse fuoruscire provocando danni ambientali. “Carpe diem” è stata trainata, sotto la supervisione del comandante dell’Ufficio locale marittimo di Fregene verso il porto di Fiumicino, dai mezzi privati della Semapro società concessionaria per conto della Capitaneria di Porto del servizio di rimorchio, coadiuvata da Mtm ditta specializzata nelle operazioni subacquee e dal battello B15 della Guardia costiera.
Gli uomini della Capitaneria e i militari dell’Arma stanno intanto proseguendo le indagini volte, tra l’altro, a identificare il proprietario dell’imbarcazione che dovrà farsi carico degli costi sostenuti per il recupero dello yacht la cui presenza in stato di abbandono nelle acque del Tirreno era stata, tra l’altro, tempestivamente segnalata dal Centro regionale di coordinamento del soccorso marittimo di Civitavecchia.
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