Mistero sulla morte di Fabio Grassini: familiari, amici e colleghi lanciano un appello per cercare testimoni. L'incidente autonomo non convince
Il 19 ottobre scorso, Fabio Grassini è morto al Policlinico Umberto I per le gravi lesioni riportate a seguito di un terribile incidente, avvenuto all’altezza del numero civico 38 di Corso d’Italia.
Sono passati due giorni dalla tragedia, e nel dolore dei familiari, amici e colleghi del 44enne, si mischia anche quel senso di impotenza per uno strappo inaccettabile alla vita. Per chi gli voleva bene ora c’è il dovere di scoprire la verità sul sinistro fatale del giovane.
Erano le 19,30 circa quando per motivazioni ancora non chiare Fabio Grassini ha perso il controllo del suo scooter Yamaha finendo sbalzato sull’asfalto. Un incidente autonomo dall’esito drammatico. Poco dopo la corsa in ospedale l’uomo soccorso in condizioni critiche è deceduto.
L’ipotesi che Fabio in sella sl suo scooter abbia fatto tutto da solo però, non convince nessuna delle persone che lo conosceva bene, e probabilmente avrebbe scommesso sulla sua prudenza e attenzione alla guida.
Per i familiari e gli affezionati colleghi di Fabio, c’è una grande incognita tracciata infatti sul punto della tragedia, e cioè uno strano segno di frenata lasciato dal due ruote della vittima, che potrebbe aprire le ipotesi del coinvolgimento di un altro mezzo.
In queste ore sono proprio i familiari e gli amici e colleghi di Fabio a lanciare per questo un appello corale:
“Un incidente stradale ha coinvolto il nostro carissimo amico e collega, Fabio Grassini in Corso d’Italia al civico 38, all’altezza della Chiesa Santa Teresa d’Avila in direzione muro torto piazzale Flaminio – scrivono-. C’era una frenata sull’asfalto, segno che forse Fabio, in sella alla Yamaha nera Sz6, ha dovuto evitare qualcosa o qualcuno, quella sera. Una dinamica strana con diversi elementi ancora da chiarire, in attesa dell’esito degli accertamenti in corso. Per questo – aggiungono – chiediamo a chiunque avesse assistito o avesse informazioni utili di contattare tramite WhatsApp Marco (3394757505)“.
Ogni testimonianza o dettaglio apparentemente banale, può contribuire a ricostruire la verità che ora è avvolta nel buio, sul dramma della morte di quest’uomo. Tanti, troppi i casi simili che sono rimasti senza una risposta, e che in altri casi invece hanno trovato un responsabile fuggito senza prestare soccorso.
Sono i colleghi di Fabio del sindacato Fit Cisl Trasporti, a rompere il silenzio del dolore con questo appello. Oltre a tante virtù del 44enne che abbiamo raccontato a poche ore dalla sua scomparsa, Fabio Grassini era infatti un collaboratore del reparto amministrativo del sindacato: “Una persona a noi molto cara. Siamo distrutti e vogliamo tentare di aiutare nel fare chiarezza su quanto è accaduto” – concludono.