Roma, dopo lo sciopero dei mezzi pubblici si fermano per 24 ore anche i taxi

I titolari di taxi contro le misure varate dal Governo per aumentare il numero delle licenze e ridurre le lunghe attese degli utenti

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Immagine di repertorio

Sarà una sorta di cambio della guardia eseguito a colpi di sciopero. Dopo i mezzi di trasporto pubblico locale che si sono astenuti dal lavoro oggi, lunedì 9 ottobre, domani si asterranno dal lavoro i titolari di taxi. Le agitazioni sono state proclamate dell’Unione Sindacale di Base insieme a Orsa e Fast Cofsal.

I titolari di taxi contro le misure varate dal Governo per aumentare il numero delle licenze e ridurre le lunghe attese degli utenti

Le auto bianche si fermeranno per 24 ore dalle 8.00 alle 22.00 perché nella fascia oraria antecedente all’inizio delle agitazioni e in quella successiva saranno rispettate le fasce di garanzie previste a tutela degli utenti dalla normativa sull’esercizio del diritto di sciopero. Una manifestazione di protesta è stata convocata tra le ore 11.00 e le 15.00 di domani nei pressi della sede del ministero dei Trasporti, a Corso d’Italia.

Le agitazioni dei tassisti gettano di nuovo benzina sul fuoco nei confronti delle misure introdotte dal Governo nel cosiddetto decreto legge “asset” approvato dal governo e convertito in legge dal parlamento. Il provvedimento punta a placare le polemiche sorte a causa della penuria di corse taxi che si sono verificate a Roma ma anche in altre città d’Italia in particolare durante il periodo di massima affluenza di turisti nelle località di vacanza. Ma trovare taxi liberi negli stalli che si trovano a ridosso delle stazioni ferroviarie e degli aeroporti della Capitale è diventata da un po’ di tempo a questa parte una vera e propria scommessa.

Di qui l’introduzione nel decreto contestato dalle sigle sindacali di una norma che consente agli enti locali di ampliare il numero delle licenze taxi fino al 20% di quelle in esercizio. Una misura che a giudizio dei tassisti, unitamente al mancato adeguamento delle tariffe all’indice dell’inflazione è destinata a trasformarsi in una vera e propria mazzata sul potere d’acquisto dei loro incassi. E non è un caso che il Campidoglio stia facendo per il momento muro al decreto governativo (leggi qui).

I dati degli afflussi di persone che sono arrivate a Roma nello scorso mese di agosto permettono di comprendere le dimensioni di un fenomeno che il numero delle vetture attualmente disponibili non è in sicuramente in grado di assorbire. Il movimento di passeggeri è stato pari a 4 milioni e mezzo di persone in ripresa rispetto ai quasi 5 milioni giunti nel 2019 prima dell’esplosione della pandemia da Coronavirus. Comunque tantissimi.

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