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Infernetto, catturata la banda dei ladri delle villette: cinque cileni in manette

Uno dei ladri era già stato arrestato ma rimesso in libertà con l’obbligo di firma dal giudice. Bottino ingente recuperato in casa

In casa avevano una montagna di oggetti rubati e a tradirli è stato il loro complice già arrestato per furto in villa ma rimesso in libertà dal giudice che per lui aveva disposto solo l’obbligo di firma. Cinque cileni sono finiti in manette al termine di una complessa  opera di investigazione messa a segno dagli uomini del Decimo distretto di Polizia.

Uno dei ladri era già stato arrestato ma rimesso in libertà con l’obbligo di firma dal giudice. Bottino ingente recuperato in casa

L’operazione è iniziata con l’arresto di un 21enne cubano (poi rivelatosi in realtà cileno), da parte di un poliziotto del X Distretto Lido, perché gravemente indiziato, in concorso con altre persone, di tentato furto in abitazione. L’agente, in quel momento “fuori servizio”, si è accorto di uno strano movimento in una villa all’Infernetto e di un’auto con il motore acceso con un uomo al volante, che attendeva poco distante.  Il poliziotto, oltre ad allertare la sala operativa per avere l’ausilio di una pattuglia, seppur con difficoltà, è riuscito a bloccare l’uomo che era alla guida dell’auto.

All’interno della macchina, in uno zaino che l’indagato aveva gettato sui sedili posteriori appena si era accorto del poliziotto, è stato trovato un apparecchio disturbatore di frequenze jammer a 27 antenne. Presso la villa di fronte alla quale è stato fermato il 21enne effettivamente c’era stato un tentativo di furto. Il jammer e l’auto sono stati sequestrati ed il ragazzo cubano, poi rivelatosi cileno, è stato arrestato. Il GIP ha poi convalidato l’operato della PG applicando all’indagato la misura dell’obbligo di presentazione negli uffici di polizia.

Lo stesso poliziotto, il giorno seguente, ha visto in un negozio un ragazzo cileno di 22 anni somigliante ad una delle persone che aveva visto intorno alla villa ed ha iniziato a seguirlo discretamente. Il giovane è entrato ed uscito con l’auto da un comprensorio di via della Cacciuta e proprio su questa via è stato bloccato dagli investigatori del X Distretto che, chiamati dal collega, erano giunti sul posto.

Inutile il tentativo dello stesso di disfarsi di un sacchetto con all’interno dei monili in oro. I poliziotti hanno poi deciso di effettuare una perquisizione nel villino abitato dal fermato; quando sono arrivati nel comprensorio, da uno dei mini appartamenti, è uscito il 21enne cileno fintosi cubano precedentemente arrestato che ha iniziato a strillare per ostacolare il controllo.

Gli agenti sono riusciti comunque ad accedere nell’appartamento dove erano presenti quattro cileni di 59, 33, 28 e 27 anni che, nel tentativo di fuggire, sono corsi nell’unica camera; in particolare il 33enne ha cercato di raggiungere una pistola calibro 22, catalogata come arma comune da sparo e generalmente usata come lanciarazzi, nascosta sotto al letto, ma è stato raggiunto e bloccato da uno degli agenti prima di afferrare l’arma. Oltre alla pistola, all’interno dell’appartamento è stata trovata una replica – priva del tappo rosso – di una pistola calibro 9 mm e numerosi oggetti di valore quali orologi, bracciali, anelli, penne, occhiali, profumi, verosimilmente tutto materiale oggetto di precedenti furti ed alcuni attrezzi che potrebbero essere usati per scassinare porte e serrature.

L’apparecchio disturbatore di frequenze jammer a 27 antenne sequestrato ai cinque arrestati

Numerose anche le borse, le scarpe e gli abiti griffati recuperati, probabile provento anch’essi dei furti. Sequestrato anche uno jammer, strumento elettronico in grado di bloccare le comunicazioni intorno alla villa bersaglio, quindi anche di fermare il segnale di allarme trasmesso attraverso radiofrequenza.

Al termine degli accertamenti i cinque cileni sono stati sottoposti al fermo di indiziato di delitto perché gravemente indiziati di aver violato la legge sulla circolazione delle armi e del reato di ricettazione ed accompagnati in carcere a disposizione della Magistratura. Il Gip del Tribunale di Roma ha accolto la richiesta della Procura e, oltre a convalidare l’arresto per quattro dei cinque stranieri, ha disposto per loro la misura della custodia cautelare in carcere.  La posizione dell’33 enne, invece, è ancora al vaglio dell’autorità giudiziaria.

Ad ogni modo tutti gli indagati sono da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell’attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile. 

Il rischio delle vendette

La vicenda richiama l’attenzione della magistratura e delle forze dell’ordine sui rischi delle vendette personali da parte dei derubati. La vicenda dei fratelli italiani accusati di aver sparato a un cileno ritenuto responsabile di molestie ai danni della mamma, è emblematica della spirale che rischia di innescarsi di fronte alle incursioni criminali portate sul litorale romano da certe comunità straniere.