Quest’oggi, domenica 24 settembre, come testimoniato dal video che potete vedere in copertina, viene data notizia di un’importante serie di ritrovamenti, con reperti antichissimi, tra i quali un’anfora, che vengono recuperati dalla Finanza negli abissi dell’Isola di Ventotene, in provincia di Latina.
La guardia di Finanza recupera nella acque dell’isola in provincia di latina alcuni pregiati e antichissimi reperti archeologici persi negli abissi del Lazio meridionale
Il recupero dei reperti archeologici di grandissimo valore storico è stato portato a termine, in coordinamento con la componenteggi subacquea della Stazione Navale di Civitavecchia, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Frosinone e Latina, ha recuperato alcuni significativi reperti archeologici, tra i quali un anfora ancora ottimamente conservata.
Le Fiamme Gialle Aeronavali di stanza a Ventotene, venute a conoscenza della presenza di reperti archeologici sommersi in una zona circoscritta nella parte sud dell’Isola, caratterizzata da bassi fondali e molto frequentata dal traffico diportistico, notiziavano immediatamente il funzionario territorialmente competente della, Soprintendenza – Dottor Carlo Molle – per pianificare una ricognizione subacquea e il recupero dei reperti più a rischio, evitando così una facile depredazione da parte di trafficanti senza scrupoli.
Per completare l’intervento di recupero dunque veniva organizzata l’operazione da parte della componente subacquea della Stazione Navale di Civitavecchia con l’ausilio del guardacoste “G.210 Finanziere Marra” e del B.S.O. 124 e con il supporto dell’elicottero della Sezione Aerea di Pratica di Mare.
Le immersioni venivano effettuate seguendo le indicazioni della Soprintendenza che, grazie ai mezzi, e all’esperienza e alla professionalità dei sommozzatori delle Fiamme Gialle, permettevano il recupero di un’anfora romana integra adagiata sul fondale e di un assai più pesante manufatto di tufo locale di forma cilindrica.
I reperti, portati in superficie utilizzando dei palloni di sollevamento e delle reti apposite, sono stati quindi trasportati all’interno della Caserma della Guardia di Finanza “Finanziere Mare Francesco Nunziale”, dove sono stati immersi in vasche con acqua dolce per permettere la desalinizzazione.
L’anfora recuperata è del tipo “Dressel 1B”, anfora vinaria tipica dell’area tirrenica e diffusa tra la fine del II e la metà del I secolo a.C., mentre il manufatto di pietra è riconducibile alle cave di tufo dell’isola, utilizzate già in epoca romana per la costruzione della celebre Villa Giulia e successivamente per l’edificazione del famoso carcere borbonico di Santo Stefano e per la neo colonizzazione di Ventotene.
Una ricognizione subacquea più estesa ha infine permesso di verificare che il manufatto di lapide doveva far parte di un consistente gruppo di blocchi squadrati sparsi nell’area ed evidentemente riconducibili al naufragio di una imbarcazione adibita al carico delle merci.