All'esame dell'Istituto superiore di sanità più casi di contagio autoctono di febbre da Dengue
In aumento i casi di persone affette da Dengue, la malattia tropicale infettiva trasmessa dalla zanzara tigre che può rivelarsi potenzialmente mortale con febbri emorragiche. Il Lazio con 28 casi su 165, è la seconda regione italiana per numero di contagi registrati. L’età media dei contagiati 35 anni.
Secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità, dal primo gennaio all’11 settembre del 2023 qui sono state registrate il 16,9% delle diagnosi. Prima nella classifica la Lombardia con il 30,3%.
Oltre al dato c’è una novità che preoccupa: per la prima volta sono stati registrati nel Lazio casi di pazienti non importati, quindi che hanno avuto contagi autoctoni. L’Epicentro dell’Istituto superiore di sanità parla di “verosimile trasmissione autoctona, in corso di accertamento”. Ma la certezza viene data quasi per scontata.
I pazienti, infatti, non sarebbero rientrati dall’estero ed avrebbero avuto il contagio in Italia. La malattia, infatti, non è trasmissibile col contatto ma solo con la puntura da zanzara e in maniera specifica da zanzara tigre del genere Aedes.
Sotto i riflettori restano gli arrivi da Messico, Thailandia, Cuba, Maldive e Indonesia (ritenuti responsabili del 42% dei casi nazionali), ma a preoccupare è anche il dato del 12% dei casi che sarebbero riconducibili a contagi tutti italiani.
Per i casi autoctoni nel Lazio: tre sono stati segnalati in provincia di Roma, due in provincia di Latina. In ogni caso si è intervenuto con un piano di disinfestazione speciale.
Il primo caso autoctono accertato proprio a Roma.
Senza un insetto-vettore non c’è possibilità di contagio di Dengue, spiegano all’Iss. A differenza del Covid o della semplice influenza, che si diffondono attraverso le droplet (le goccioline che si producono quando si parla o si tossisce), in questo caso il vettore deve essere necessariamente una zanzara.
La Dengue è una malattia virale e si manifesta generalmente con la comparsa improvvisa di febbre alta, mal di testa, dolori muscolari, dolore alle articolazioni e infiammazioni alle ghiandole e ai vasi linfatici generalizzate, seguite da un’eruzione cutanea che compare con una febbre ricorrente dopo un periodo di assenza di febbre.
Possono verificarsi sintomi respiratori, come tosse, dolore alla faringe e naso che cola.
Questa malattia tropicale e virale può anche causare febbre emorragica potenzialmente fatale con una diatesi emorragica e shock.