Una decina le auto semidistrutte nell'esultazione dai tifosi: la procura apre un fascicolo per danneggiamento
Rischiano di finire sotto inchiesta i tifosi-vandali che per salutare da vicino il calciatore giallorosso Romelo Lukaku, il 29 agosto, hanno saltellato sopra a delle auto in un parcheggio di servizio nell’aeroporto di Ciampino.
La Procura di Velletri per individuare i responsabili degli atti vandalici sulle macchine distrutte nel parcheggio 9 dell’aeroporto Pastine ha aperto un fascicolo e procede per il reato di danneggiamento. Rischiano una condanna fino a 5 anni, in genere mai inflitta però nel massino dela pena.
L’indagine ha preso il via in seguito dalle denunce di due proprietari di auto che si sono affidati all’avvocato Massimo Cavatorta. Una è Martina Innamorati, la proprietaria della Panda Rossa diventata simbolo dell’assalto. L’altro è il proprietario di una Swift Suzuki, il cui tettino è rimasto schiacciato dai salti dei tifosi.
Una Lukaku mania che ha contagiato anche il sindaco Gualtieri insultato sui social per aver postato trionfato una foto col calciatore davanti al Campidoglio.
Il numero delle denunce è destinato a salire. Gli investigatori ritengono che siano una decine le auto danneggiate. Mentre ad esultare per il Big Rom c’erano almeno cinquemila tifosi.
Di certo resta da chiarire anche chi avesse la responsabilità di vigilare il parcheggio quel pomeriggio. L’inchiesta dovrà far luce anche su quest’aspetto.
La proprietaria della Panda rossa aveva rivolto una lettera alla società della Roma: “Gentili signori, sono una delle “fortunate” vincitrici dell’Oscar dell’inciviltà, rappresentato dai vostri tifosi in occasione dell’arrivo a Roma Ciampino del calciatore Lukaku. Possiamo dire che, a mia insaputa e con mia grandissima riprovazione e soprattutto rabbia, ho partecipato anch’io alla grande festa “pagana”, offrendo la mia macchina come gratuito trofeo per i grandi festeggiamenti del nuovo imperatore!
Si, una festa pagana che, di cristiano non ha assolutamente nulla, come nelle migliori tradizioni imperiali romane, raffigurate da riti, giochi, ed anche tragici sacrifici… Una surreale ed ignobile manifestazione di barbarie, dove l’unico vero sacrificio è stato il mio, premiato dopo 12 ore di lavoro dalla devastazione della mia auto. Ma che importa, arrivava a Roma il grande campione, e tutti avrebbero portato in dono qualcosa di prezioso…
Non era certamente nei miei piani, ma non per appartenenza a una fede calcistica diversa….
Vedete, questo mio grande sdegno non è volto alla ricerca di un atto di carità, di elemosina, o di ristoro economico per un odioso danno subito, ma è una precisa denuncia nei confronti di chi come appartenente ad una comunità sportiva non è riuscito (forse) ad infondere in maniera ancora più incisiva e educativa ai propri “sostenitori” quell’insieme di valori umani e di rispetto per gli altri, insieme ad una riflessione profonda sul concetto di cosa è bene o cosa è male.
In ultimo, la mia piccola utilitaria era un dono di mia nonna alla quale ero molto legata affettivamente, ma questa è un’altra storia…”