All'assenza dell’amministrazione capitolina sul fronte della difesa della costa lidense fa riscontro l’accelerazione del comune di Fiumicino a tutela delle sue spiagge
Una sola riviera, due differenti velocità di intervento. Mentre a Fiumicino il Comune annuncia l’imminente ripresa dei lavori a difesa della costa, a Ostia il presidente di Federbalneari, Massimo Muzzarelli, si dice pronto a chiedere al governo di dichiarare lo stato di calamità naturale perché c’è “preoccupazione notevole su quello che potrà accadere durante i mesi dell’inverno, a fronte di una situazione climatica che non promette nulla di buono”.
Il comun denominatore tra due situazioni, solo apparentemente lontane da un punto di vista geografico, è la disponibilità di fondi da un lato e la sensibilità politica dall’altro. Mentre per l’ente locale presieduto dal sindaco Mario Baccini i due fattori sembrano coincidere, nel caso del mare di Roma la dicotomia è presto spiegata.
“Quella che è sinora mancata -sottolinea Muzzarelli– è la caratura che l’amministrazione capitolina avrebbe dovuto far pesare sull’utilizzo delle risorse a disposizione della Regione Lazio da quando, dopo l’esercizio finanziario 1994/1995 le competenze e le relative risorse furono trasferite dal Ministero dei Lavori Pubblici e del Genio Civile alla amministrazione territoriale gestita dalla giunta di piazza dei Navigatori ora presieduta da Francesco Rocca. Sino ad allora gli interventi attuati avevano mostrato una discreta efficacia perché, mentre lungo il litorale di Ponente, scendendo verso il Canale dei Pescatori la difesa della costa fu affidata alla realizzazione di barriere strutturali posizionate a mare, nel settore di Levante, partendo dalla zona antropizzata degli stabilimenti sino all’area protetta della tenuta di Castel Fusano e di Capocotta si optò per una soluzione di ripascimento morbido che fece leva sulla distribuzione di un milione di metri cubi di sabbia capaci di sostituire, nella prestigiosa zona delle dune, i sedimenti che il Tevere non è stato più in grado di apportare. Quel progetto, molto avanzato, -rimarca il presidente di Federbaneari– prevedeva tuttavia che la rena fosse ricaricata ogni quattro o cinque anni per evitare ciò che è accaduto sino ai giorni nostri. Un’erosione progressiva che, dopo aver distrutto nei giorni scorsi, alcune strutture balneari adesso si prepara a demolire la strada litoranea” (leggi qui).
Negli ultimi trent’anni si è dunque andati avanti con soluzioni tampone, “pannicelli caldi” o “romanelle” che dir si voglia in gergo dialettale, del tutto insufficienti proprio perché, a fronte della sostanziale mancanza di poteri da parte del X Municipio quelli ben più pregnanti attribuiti al Comune di Roma Capitale nei confronti della Regione sono stati accantonati da parte delle amministrazioni, peraltro di colore diverso, che si sono succedute alla guida del Campidoglio.
Per la tutela delle spiagge di Ostia sembrano, tuttavia, aprirsi nuovi scenari perché nel bilancio regionale sono stati stanziati 100 milioni di euro, 25 dei quali destinati in modo specifico alla difesa della costa lidense. Risorse su cui Federbalneari ha aperto un dialogo diretto con l’assessore regionale ai Lavori pubblici, Fabrizio Ghera, cui sono state conferite anche le deleghe inerenti alla difesa del suolo. “Le risorse -puntualizza Muzzarelli- ci sono, si tratta di elaborare progetti all’altezza della situazione e in questo ambito le professionalità non mancano, considerando che, presso la facoltà di Ingegneria Marittima di Roma Tre, dislocata presso Ostia, insegnano le migliori eccellenze in materia di progettazione idraulica che oggi abbiamo in Italia”.
Un nome, tra tutti, riscuote la fiduciosa attesa delle associazioni di categoria e risponde al nome del professor, Leopoldo Franco, che ha già elaborato una prima serie di progetti sul recupero e il potenziamento delle azioni a difesa delle coste regionali e italiane.
Che i poteri dei Comuni anche nei confronti dell’ente regionale siano la chiave di volta per cambiare registro lo dimostra l’esempio di Fiumicino dove a “metà settembre -rende noto Simonetta Mancini, presidente di Balnearia litorale romano Sib Confcommercio- riprenderanno i lavori di realizzazione della barriera in cemento a difesa della costa sud di Fregene, colpita negli ultimi anni da una grave erosione”.
Le rassicurazioni sono arrivate direttamente dal sindaco con la precisazione che, gli ulteriori interventi andranno a completare il primo tratto degli 800 metri di barriera (soffolta) già realizzati e che hanno già prodotto benefici durante questa stagione balneare. “L’intervento va completato al più presto -rimarca Mancini– ed auspichiamo anche la convocazione di un tavolo tecnico affinché la progettazione della barriera venga estesa anche per la costa centro nord che non è più immune dagli effetti dell’erosione”.
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