Francesco Valdiserri, il papà: “Gli amici ti hanno riportato le luci e i fiori rubati”

Il papà ricorda Francesco Valdiserri, a 10 mesi dalla scomparsa, e ringrazia gli amici che hanno portato sul luogo dell'incidente altre luci e altri fiori al posto di quelli rubati

Francesco Valdiserri

I giovani, quando se ne vanno, lasciano lutti difficili da superare, soprattutto quando è la loro stessa memoria a essere profanata. Come nel caso di Francesco Valdiserri, il giovane 18enne travolto e ucciso su un marciapiede in via Cristoforo Colombo, nella notte di giovedì 19 ottobre dello scorso anno, da una ragazza di 24 anni di Dragona che si trovava alla guida di un’utilitaria e risultò, in seguito, positiva al test dell’alcool.

Il papà ricorda Francesco Valdiserri, a 10 mesi dalla scomparsa, e ringrazia gli amici che hanno portato sul luogo dell’incidente altre luci e altri fiori al posto di quelli rubati

A denunciare, con un velo di tristezza ma anche di riconoscenza nei confronti di chi continua a coltivare la memoria del figlio è il papà, Luca Valdiserri, giornalista del Corriere della Sera che, in un tweet ricorda: “Sono passati dieci mesi, Fra’, e anche se qualcuno ha rubato le luci gli amici le hanno accese di nuovo. E se qualcuno ha rubato i fiori, gli amici ne hanno portati altri. Sono loro che tengono vivo il tuo ricordo e, in qualche sgangherato modo, anche noi. Gente bella, come te“.

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Le luci e i fiori sono quelli che vengono continuamente cambiati e curati nel punto esatto in cui Francesco venne spazzato via da quella vettura sbandata all’improvviso nella notte, mentre lui, in compagnia di un amico, stava tornando nella casa del quartiere della Garbatella dove viveva insieme ai genitori e a una sorella più piccola.

L’auto con alla guida la ragazza ubriaca, invece di proseguire sul rettilineo si diresse, inspiegabilmente, con una svolta di quasi 45 gradi e a una velocità di 70 km orari molto superiore al limite massimo consentito alla sua destra, salendo sul marciapiede dove i due ragazzi camminavano e stavano conversando tranquillamente (leggi qui).

Quello pubblicato oggi dal papà non è l’unico messaggio pubblicato sui social dalla famiglia dopo la scomparsa del giovane diciottenne. Giovedì 3 novembre dello scorso anno fu, infatti, la mamma, Paola Di Caro, anche lei giornalista di professione, ad affidare a un tweet il suo personale dolore per la tragedia, ricordando la terribile sofferenza patita al momento dell’incidente.

La donna aveva ringraziato tutti coloro che avevano partecipato a un lutto altrimenti insopportabile sottolineando di essere riuscita a “tenersi a galla” insieme al papà e alla sorellina, grazie a “un’incredibile onda d’affetto” perché, rimarcò, “ogni vostra parola ha contato” (leggi qui).

Il processo in cui è stata giudicata la ragazza, rinviata a giudizio con l’accusa di omicidio stradale, è stato celebrato con rito abbreviato, opzione che permette all’imputato che decide di collaborare all’accertamento della verità, di beneficiare di uno sconto di pena.

Il giudizio si è concluso con una condanna della 24enne a 5 anni di carcere addirittura superiori ai quattro anni e mezzo chiesti dal pubblico ministero. L’imputata è stata, inoltre, condannata a versare una provvisionale di 800mila euro alla famiglia del giovane scomparso (leggi qui).

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