Una città moderna che si estende su un territorio di grande impatto culturale. Conosciamo Pomezia, la sua storia, le leggende e le tradizioni di un luogo affascinante, tutto da scoprire!
Pomezia è un comune della città metropolitana di Roma Capitale nel Lazio. Il suo territorio è compreso nell’Agro Romano, a sud di Roma, tra la costa tirrenica e le pendici dei Colli Albani. Pomezia conta oltre 60.000 abitanti e i suoi colori ufficiali, ribaditi nel gonfalone, sono il rosso e il blu, riprendendo rispettivamente il colore della terra su cui sorge e quello del mare sul quale si affaccia.
La nascita di Pomezia fu stabilita in seguito alla bonifica dell’Agro Romano-Pontino promossa dal governo Mussolini. La posa della prima pietra del nuovo centro urbano avvenne il 25 aprile dell’anno 1938. Si trattava di una città di fondazione insieme a Littoria (ora Latina), Sabaudia, Pontinia, Aprilia, Guidonia e Colleferro.
La peculiarità di Pomezia, nell’idea dei suoi fondatori, era quella di porsi come collegamento tra Roma e le altre cittadine dell’Agro Pontino. La sua popolazione fu in origine costituita da famiglie coloniche provenienti dal Veneto, dal Friuli, dalla Romagna e dal Trentino. Esse si stabilirono nei primi insediamenti inaugurati a partire dal 29 ottobre del 1939.
Pur essendo una città costruita in epoca moderna, Pomezia affonda le sue radici in una tradizione ricca di storia, a cominciare proprio dall’origine del nome
Il territorio di Pomezia all’inizio comprendeva anche quello della vicina Ardea (fino al 1970). Il suo patrimonio storico è importante, con una forte componente mitica che lo mette in correlazione con la fondazione di Roma e il periodo monarchico dell’Urbe. Pomezia sorge a pochissimi chilometri da Pratica di Mare, la località dove il principe Enea, fuggito da Troia, avrebbe fondato l’antica Lavinium. L’insediamento fu al centro di alcuni grandi eventi che, secondo la tradizione, sconvolsero il Latium Vetus: dalla fondazione di Alba Longa per iniziativa di Ascanio, figlio di Enea, che abbandonò proprio Lavinium all’uccisione di Tito Tazio, re di Roma insieme a Romolo, dall’assedio dei Volsci guidati da Coriolano alle imprese di Marco Furio Camillo.
Una leggenda narra che le paludi dell’Agro Romano, lì dove sorse Pomezia, furono create dalla dea Giunone per punire la ninfa Feronia che vi viveva, colpevole di essersi innamorata di Giove
Ma perché Pomezia si chiama “Pomezia” quando inizialmente doveva chiamarsi Ausonia? Esistono diverse teorie in merito. La prima è quella storicamente più complessa: riguarda l’antica e misteriosa città di Suessa Pometia, un insediamento dell’Agro Pontino la cui posizione è ancora ignota, probabilmente una colonia di Alba Longa, passata in seguito sotto il dominio dei Volsci. A un certo punto della storia, Suessa Pometia scomparve senza lasciare traccia alcuna. Sono diversi gli autori latini che la ricordano nei loro scritti.
Virgilio nell’Eneide la cita come colonia latina di Alba Longa, ugualmente fa Diodoro. Al contrario Tito Livio e Strabone attestano che fosse volsca. Suessa Pometia, come Lavinium, fu protagonista di alcuni avvenimenti importanti del travagliato periodo fine-monarchico dell’Urbe. Nel 578 a.C., la città accolse in esilio i figli di Anco Marzio, colpevoli di aver organizzato la congiura che aveva eliminato Tarquinio Prisco. In seguito, Tarquinio il Superbo la conquistò, dando inizio a una serie di scontri tra Romani e Volsci che si protrassero fino al 495 a.C. con l’epilogo peggiore per Suessa Pometia, la sua distruzione totale.
Pomezia fu battezzata tale per ricordare l’antica e sfortunata Suessa Pometia? Potrebbero esserci altre ragioni alla base del suo nome…
La parola “Pomezia” potrebbe infatti riferirsi al “pomum” che in latino significa “mela“. Il territorio pometino infatti è noto per la coltivazione delle mele fin dai tempi antichi. Etimologicamente, “Pomezia” contiene la stessa radice di “Pomona”, dea romana dei frutti, Patrona pomorum, con un santuario dedicato a sud del XII miglio della via Ostiense, nei pressi dell’attuale Castel Porziano. Un’altra teoria riguarda la presenza in zona della pietra pomice, una roccia di origine vulcanica molto leggera e porosa. “Pomezia” dunque deriverebbe dalla parola latina “pumex”.
In ogni caso, Pomezia non è una città da sottovalutare. Progettata “a tavolino” con una struttura base che si rifà agli antichi borghi contadini, Pomezia ha goduto di una forte vocazione agricola prima di trasformarsi in un polo industriale e del terziario alle porte di Roma. Il suo territorio conta inoltre luoghi di grandissimo interesse culturale, siti archeologici (l’antica Lavinium, il Santuario del Sol Indiges), siti storici (il Borgo e il Castello di Pratica di Mare, la Torre Maggiore e la Torre Fausta) e aree naturali come la Riserva Naturale della Sughereta e la spiaggia di Torvaianica. Nel 2005 è stato creato inoltre il Museo Civico Archeologico Lavinium in località Pratica di Mare, trattato in un nostro precedente articolo.