C’è una grotta sconosciuta alle porte di Roma con pitture rupestri e sculture naturali

Le figure rupestri della grotta chiamata dell'Arco scoperte di recente. Aperta a Ferragosto, due i percorsi di visita

Le Grotte dell'arco di Bellegra

C’è una grotta poco conosciuta alle porte di Roma – che aprirà in via eccezionale anche a Ferragosto – con pitture rupestri e sculture scolpite dall’acqua: è la Grotta dell’Arco di Bellegra, borgo di 2.700 abitanti nell’alta Valle dell’Aniene.

Le figure rupestri della grotta chiamata dell’Arco scoperte di recente. Aperta a Ferragosto, due i percorsi di visita

La Grotta dell’Arco è una cavità naturale, abitata dall’età del ferro, divenuta tempio votivo in età arcaica ed infine, nel secolo scorso, mola per la macina del grano. La sua apertura agli speleologici e poi ai turisti è storia recente.

La grotta si estende per circa un chilometro e ha un dislivello di 14 metri. A tre chilometri dal borgo e raggiungibile con una strada comoda, la Grotta dell’Arco offre percorsi suggestivi e spettacolari.

L’imbocco è preceduto da un’area verde e da un ponticello su un torrente che fuoriesce dalla grotta e giunge all’arco. Da lì si entra subito in contatto con l’ambiente tipico delle grotte con stalattiti, stalagmiti, inghiottitoi, laghetti e ruscelli.

La grotta dell’Arco di Bellegra ha una storia plurimillenaria non solo da un punto di vista geologico.  E’ un emissario di un antico lago, Il pantano di Roiate, dove l’acqua lentamente ha costruito, con infinita pazienza, le sculture naturali che la caratterizzano.

Ma il suo più grande valore aggiunto, è costituito dalla storia dell’uomo, che si va a sovrapporre a quella naturale.

Nell’età del ferro era rifugio e riparo. Lo testimoniano le epigrafi con disegni di ominidi intenti a cacciare, che si possono ammirare nel percorso di visita.
La grotta poi diventata, grazie ad un pozzo votivo, un santuario di ex voto che, ancora oggi, vengono rinvenuti nel corso delle visite speleo turistiche.

Percorsi e ticket

La grotta è visitabile con due percorsi distinti, quello turistico e quello speleo turistico. Con possibilità di un terzo percorso detto “avanzato”, riservato agli esperti.

Per visitare la grotta con il percorso turistico (e zero barriere architettoniche) si paga un ticket di 10 euro, per lo speleo turistico di 18 (più 5 euro se si sceglie di affittare l’attrezzature necessaria).

La grotta è aperta nei week end dei mesi da aprile a ottobre (Per info e prenotazioni 347.3811874) ed è gestita, dal 2017, da Sotterranei di Roma. Apertura garantita per il ferragosto 2023.

Una storia intrigante

La grotta nel periodo medievale, grazie alla sua facile accessibilità, venne utilizzata per prelevare il calcare e  fare la calce, utile alla costruzione di edifici.

Successivamente, in tempi recenti, grazie al suo fiume sotterraneo, attivo per buona parte del periodo invernale, venne utilizzata come mola, per la macina del grano. Abbandonata con l’elettrificazione della zona, nei primi anni del ‘900, restò in disuso finché il Comune di Bellegra la valorizzò realizzando la passerella che ancora oggi viene utilizzata per le visite del percorso turistico.

Le pitture rupestri

Le pitture sono state scoperte solo dopo l’impianto della passerella metallica negli anni ’90 dello scorso secolo, quando cioè i numerosi speleologi che frequentano annualmente la grotta non sono stati più costretti a districarsi nel potente deposito di fango che interessava la zona dell’ingresso ed anzi hanno potuto gettare uno sguardo alla morfologia di questa parte della cavità.

Sono presenti quattro figure in colore rosso (realizzate con ossido di ferro) e cinque in colore nero (realizzate con diossido di manganese, che è ben visibile nel letto del fiume), tutte tranne una, raffigurazione di antropomorfi alcuni chiaramente connotati in senso maschile.

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