Roma, sfruttavano a pagamento un rapace notturno per i selfie: denunciati

Il rapace affidato alle cure degli operatori del Bioparco: introdotto in Italia illegalmente

Selfie con un rapace notturno a piazza Navona. A proporre la follia che farebbe rabbrividire qualsiasi animalista ma anche persone di buonsenso, due cittadini dell’est Europa pronti a raccogliere mance offrendo in cambio scatti e selfie con un bellissimo esemplare di barbagianni. Il tutto sotto il sole cocente di agosto nel cuore di Roma.

Il rapace affidato alle cure degli operatori del Bioparco: introdotto in Italia illegalmente

L’insolita scoperta nel pomeriggio di ieri, giovedì 10 agosto, nei pressi di piazza Navona, dove due uomini stavano utilizzando il rapace notturno per avvicinare turisti e passanti invitandoli a farsi una foto con il volatile. In cambio chiedevano soldi, pochi euro a scatto.

La scena è stata notata, con sorpresa, da alcuni passanti che si sono precipitati per segnalarla alla prima pattuglia di carabinieri in zona, due militari in servizio nella vicina Stazione di Roma San Lorenzo in Lucina.

I carabinieri a loro volta hanno chiesto l’intervento dei colleghi della Stazione Forestale di Roma ed insieme hanno fermato i due uomini, entrambi dell’est Europa, che giravano col rapace. Non ci è voluto molto per accertare l’illecita detenzione dell’animale visto che erano anche sprovvisti della necessaria certificazione Cites, un certificato indispensabile per il commercio di piante o animali soggetti a estinzione.

L’esemplare è stato quindi identificato come un “barbagianni” (Tyto Alba), animale selvatico che, con o senza certificazione Cites, mal si concilia con affari commerciali e per di più in una delle più affollate piazze romane.

L’esemplare è stato quindi subito sequestrato e affidato alla custodia e alle cure del centro Lipu del Bioparco di Roma. Per i due uomini è scattata invece la denuncia.

Ora sono in corso le verifiche sulla provenienza del rapace, probabilmente introdotto in Italia in maniera illecita.

La cattiva fama del barbagianni

Forse per via del verso misterioso, del piumaggio bianco che li rende presenze “spettrali” nei loro silenziosi voli notturni (o ancora per l’abitudine di frequentare posti abbandonati, a caccia di topi) i barbagianni godono fin dai tempi più antichi di una fama negativa.

Molte popolazioni li considerano portatori di sventure, incarnazioni di streghe e maghi o veri e propri fantasmi.

Spesso individuati con dei nomignoli come “gufo del demonio” o “civetta fantasma”, hanno nei vari secoli corso il rischio di essere sterminati per via di queste superstizioni e leggende.

I barbagianni – come spiegano gli specialisti della Lipu – sono fra i rapaci notturni e, più in generale, fra gli uccelli più diffusi al mondo, presenti ovunque tranne che in Antartide e riconoscibilissimi per quel loro disco facciale a forma di cuore e per il piumaggio quasi del tutto bianco o chiaro. Questo vale in particolar modo per la specie diffusa in Europa, il Tyto alba alba, come l’esemplare recuperato a Piazza Navona. 

Originariamente abitavano le cavità e le rocce, ma col tempo capita sempre più spesso di trovarli in campagna, presso soffitte e granai. Vivono da sempre vicino all’uomo e sono spesso vittime di superstizioni e associati a sinistri presagi, soprattutto per via del loro verso prolungato e stridente, molto diverso da quello di gufi e civette.