L'appuntamento preso sul sito di incontri sexy, si trasforma in un incubo: minacce e rapina violenta dal 20enne con tre complici spuntati fuori dal retro dell'auto appartata
Utilizzando alcune app di incontri al buio per adescare le vittime e ottenere degli appuntamenti sexy, avevano convinto diversi soggetti a presentarsi in un certo luogo e in un giorno ed orario prefissato, per avere un’avventura intima. Arrivato il momento però, quel rapporto occasionale con l’adescatore 20enne, si trasformava in un incubo fatto di rapine ed estorsioni, messe in atto con la complicità di tre coetanei.
Dopo l’episodio di rapina sotto minaccia, denunciato da un uomo di 34 anni ai Carabinieri della Compagnia di Monterotondo a febbraio di quest’anno, quattro ventenni gravemente indiziati di rapina, sono finiti agli arresti domiciliari. Gli stessi soggetti sarebbero i responsabili di un’altra rapina svolta con la stessa tecnica di adescamento a Castel Gandolfo.
Tramite una app per incontri tra uomini, a febbraio di quest’anno un 34enne era entrato in contatto con un altro uomo, e dopo alcuni messaggi aveva deciso di incontrarlo per avere un’avventura intima.
Un appuntamento sexy che doveva svolgersi in tarda serata, quando cioè l’adescatore si sarebbe presentato a bordo di un’auto per andare ad appartarsi insieme in un parcheggio “tranquillo” lontano da occhi indiscreti. Un progetto di appuntamento, come si legge nell’ordinanza del Gip del Tribunale di Tivoli, molto ben ingegnato, tale da non aver ingenerato nella vittima alcun dubbio su altri intenti, e farlo cascare in pieno nella trappola che lo attendeva a bordo dei veicolo.
Proprio qui dopo pochi metri di marcia, il 20enne adescatore fermatosi con l’auto aveva fatto scattare il piano criminale a danno del malcapitato, aggredito e rapinato da tre coetanei spuntati dal retro dell’auto, e che con violenza e minacce lo avevano dapprima malmenato e rapinato, per poi costringerlo a portarli dentro casa per saccheggiarla.
I fatti avvenuti il 26 febbraio erano stati subito denunciati ai militari della Compagnia di Monterotondo, che avviate le indagini, neanche un mese dopo si era trovata di fronte ad un’altra denuncia per reati analoghi. Era quella di un altro uomo abboccato alla chat di incontri a scopo rapina a Castel Gandolfo, al centro della quale di sarebbero stati i 4 ventenni arrestati dai militari di Monterotondo, che hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione della misura degli arresti domiciliari.
Ora gli indagati di età compresa tra 20 e 23 anni, dovranno rispondere di rapina aggravate. Una misura a cui Carabinieri e procura sono arrivati grazie alla pronta denuncia della vittima, nonostante i rapinatori confidassero nel suo silenzio o la vergogna per le modalità con cui era avvenuto l’incontro che aveva consentito ai malviventi di agire.
E’ stato grazie alla pronta denuncia della vittima laddove i rapinatori confidavano sulla mancata denuncia a portare allo scoperto la banda di adescatori. “Va dato atto alla vittima di avere riposto fiducia nelle istituzioni – nella nota della Procura di Tvoli -. E’ bene sapere inoltre per chi utilizza le APP di incontri, che si può incorrere nel rischio di situazioni del genere”.
Intanto al fine di garantire il diritto-dovere di cronaca, e nel rispetto dei diritti degli indagati, questi sono da ritenersi presunti innocenti fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.