Gli alpini d’Italia fanno festa a Leonessa: date e programma

All’adunata di Leonessa parteciperanno circa 5mila persone da tutta Italia con un nutrito programma di eventi

Un momento dell'ultima adunata degli alpini a Leonessa nel 2018

Una festa memorabile per inaugurare, a Leonessa, una nuova opera dedicata al tricolore. Due giorni di eventi accompagnati dalle melodie dei cori e dalla tradizionale e variopinta presenza delle penne nere nella cittadina laziale dove, sabato 29 luglio 2023 e domenica 30 luglio, si terrà il tradizionale raduno organizzato dal gruppo alpini del comune montano situato in provincia di Rieti per conto della sezione Ana di Roma. Alla manifestazione sono attese circa 5.000 persone da tutta Italia unite nel motto di d’annunziana memoria, “D’Aquila penne, ugne di Leonessa” con riferimento proprio alle unghie della leonessa. Verso in seguito adottato dal 9° reggimento alpini d’Abruzzo in cui si ricordano tre luoghi di quelle terre tanto care al poeta: L’Aquila, Penne e Orsogna. Cittadine di montagna con cui gli alpini del luogo rinnoveranno, in occasione dell’adunata il loro gemellaggio con uno scambio di pergamene.

All’adunata di Leonessa parteciperanno circa 5mila persone da tutta Italia con un nutrito programma di eventi

Nonostante la fine del servizio di leva, il gruppo Alpini di Leonessa è il più numeroso tra quelli che fanno parte della sezione dell’Associazione Nazionale Alpini, sede di Roma e nel 2018 organizzò il raduno del IV raggruppamento che riunisce le sezioni del Centro Sud portando nella splendida cornice di Leonessa circa 8.000 persone. Un successo paragonabile, in scala ridotta, all’adunata nazionale delle penne nere che quest’anno si è tenuta nel mese di maggio scorso a Udine con circa 350.000 presenze. “Lo spirito alpino – dice Nardino Cesaretti capogruppo Ana di Leonessa – ripaga, in termini di partecipazione, quanto le penne nere fanno in operazioni di volontariato, sostegno alle popolazioni impegno per le persone in difficoltà. E senza che tutto ciò avvenga sotto forma di qualsiasi condizionamento o forzatura perché l’associazione è per definizione apolitica”.

Il gruppo Alpini di Leonessa è stato fondato nel 1960 e, da allora, sono stati numerose le iniziative finanziate o realizzate dai rispettivi volontari come la ristrutturazione della clinica di Ematologia fondata dal compianto professor Mandelli a Roma e più recentemente quando, in occasione del terremoto di Amatrice nel 2016, venne organizzata una raccolta fondi e, solo otto giorni dopo il tragico evento che distrusse molte altre località venne donato al capogruppo di Accumoli un camper per poter dare un primo riparo agli sfollati.

Forza, tenacia, unità e spirito di fratellanza saranno al centro delle due giornate riservate all’adunata in programma a Leonessa alla fine di questo mese. Sabato 29 luglio alle 9.30 gli alpini si recheranno a Colle Collato per deporre un omaggio floreale alla lapide che ricorda i commilitoni deceduti, nel pomeriggio alle 18.00, presso il sacrario del 7 aprile 1944 saranno ricordati i 51 martiri trucidati dai nazisti a Leonessa durante la seconda guerra mondiale. Gli appassionati di canti alpini potranno ascoltare l’esibizione del Coro Ana Marco Bigi, sezione di Roma, presso la chiesa di San Francesco alle 21.00. Alle 22.00 serata tipicamente alpina con organetti e cori spontanei lungo le vie del piccolo comune montano.

L’adunata sarà l’occasione per inaugurare un’opera che darà il massimo risalto alle tradizioni alpine della cittadina montana

In mattinata alle 10.30 presso i giardini pubblici di Leonessa avverrà l’inaugurazione dell’operale penne e il tricolore”. Un’installazione realizzata completamente in metallo con tre penne lunghe 3metri e sessanta centimetri simbolicamente inserite ciascuna in una nappina con i tre colori della nostra bandiera e che servono ad abbellire la presenza delle penne sui cappelli alpini. “Leonessa è una zona di montagna, terra di alpini e, all’epoca in cui il servizio di leva era ancora obbligatorio, zona storica per l’arruolamento delle nuove reclute. Abbiamo deciso di posizionare questo monumento all’ingresso della città – chiosa Nardino Cesaretti – per ricordare a tutti coloro che arrivano in Paese che gli alpini non si possono mai dimenticare e che gli alpini non lasciano indietro nessuno”.

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