Palestrina, papà orco abusa per anni della figlioletta: arrestato

L'uomo ha abusato della bambina per tre anni: le prime violenze all'età di 10 anni

condannato autista di uno scuolabus per violenza sessuale su minori
L'autista dello scuolabus avrebbe riservato alla ragazzina carezze inopportune

L’orco era in casa ed era il papà. All’occorrenza si infilava nel letto della figlia e ne abusava. Violenze coperte con mille attenzioni, manipolazioni, sotterfugi, giocattoli. A mettere fine all’orrore il coraggio della piccola. Investigatori e inquirenti poi hanno fatto il resto: l’uomo ora è in carcere.

L’uomo ha abusato della bambina per tre anni: le prime violenze all’età di 10 anni

Ad essere liberata dall’orrore una bambina di 13 anni che per tre anni ha subito in silenzio gli abusi del padre, finché, dopo aver seguito una lezione su sesso e violenze, ha rotto il muro con una amichetta raccontando l’inconfessabile.

Per il papà orco – un 58 enne italiano residente a Palestrina – da ieri si sono aperte le porte del carcere. A notificargli la misura cautelare per violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia – chiesta dalla procura di Tivoli e subito accolta dal tribunale – gli agenti del pool antiviolenze del commissariato di Tivoli, titolari delle indagini.

L’uomo approfittava sessualmente della piccola e maltrattava la madre. Indagando sul caso gli investigatori – guidati dal sostituto commissario Davide Sinibaldi – hanno accertato che il papà orco aveva già fatto vivere nell’incubo la precedente compagna e il loro figlio.

Profilattici nei peluche

Nel corso delle perquisizioni disposte a carico dell’indagato dal procuratore capo di Tivoli Francesco Menditto sono stati importanti elementi di riscontro a quanto rivelato da mamma e figlia tra i quali alcuni preservativi nascosti in un orsacchiotto di peluche, un fucile a piombini con il quale in passato l’uomo aveva sparato la gamba del figlio all’epoca dodicenne, oltre, ad emblemi e pubblicazioni richiamanti l’ideologia nazista e del fascismo.

Nella misura cautelare in carcere firmata dal gip la personalità dell’indagato viene descritta come ”violenta, prevaricatrice e rivelatrice dell’incapacità di reprimere le pulsioni lesive dell’altrui integrità fisica e psicologica, oltre che indifferente ai legami familiari e della convivenza civile”.