Danneggia tombe al Verano: arrestato (e liberato) due volte in 48 ore

Il giovane - un tunisino di venti anni - colto di nuovo sul fatto: le tombe danneggiate stavolta sei. "Sono musulmano", la giustificazione

Nemmeno l’arresto di due giorni prima e l’obbligo di presentazione in caserma impostogli dal Tribunale ha fermato il 20enne tunisino, senza fissa dimora, sorpreso più volte a vandalizzare tombe al Verano. Ieri pomeriggio il giovane è stato nuovamente arrestato dai carabinieri della Stazione Roma San Lorenzo con l’accusa di danneggiamento aggravato. Era rientrato nel cimitero monumentale del Verano per decapitare a calci Madonnine e sacrari delle tombe. Ora è di nuovo libero.

Il giovane – un tunisino di venti anni – colto di nuovo sul fatto: stavolta danneggiate 6 tombe. “Sono musulmano”, la giustificazione

Come qualche giorno prima, i carabinieri sono intervenuti all’interno del cimitero su richiesta del personale addetto alla sicurezza della direzione del cimitero che ha sorpreso il giovane mentre danneggiava numerosi complementi di arredo funebre e profanava statue sacre collocate in prossimità di diverse tombe.

L’episodio ha suscitato sgomento nei familiari dei defunti che non riescono a darsi una spiegazione per questi danneggiamenti gratuiti che offendono la memoria dei loro cari.

Il giovane è stato quindi bloccato. I carabinieri hanno accertato che aveva danneggiato almeno 6 tombe, dopo le 12 già danneggiate due giorni prima. Il suo arresto è stato convalidato dal Tribunale di Roma. (leggi qui)

Il giudice, come nel caso del primo arresto, però, non ha adottato misure cautelari. L’arrestato così è tornato di nuovo subito in libertà.

Si tratta di un giovane che vive alla meglio dormendo in alloggi di fortuna tra la zona tiburtina, San Lorenzo, passando per Termini. Ad infastidirlo –  sostiene – sarebbero quei segni cristiani lontani dalla sua religione.

“Sono musulmano – ha affermato in un italiano stentato – Non sopporto vedere tanti simboli così diversi dalla mia religione”. Evidentemente il giudice ha ritenuto che il carcere, visto il disagio mostrato dall’arrestato, non fosse la soluzione giusta. Impossibile anche relegarlo agli arresti domiciliari in assenza di una dimora.

Il ventenne che odia le tombe così è tornato in libertà.