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Roma, escort estorce 60mila euro a manager “innamorato”: condannata a 1 anno di carcere

Una storia tormentata tra un imprenditore ed una escort, nella quale lei avrebbe anche finto una gravidanza, s'è conclusa con la donna condannata a 1 anno di prigione

Roma: una prostituta è stata condannata nei giorni scorsi per una vicenda risalente al 2015 che, dopo lunghe indagini, l’ha vista venir ritenuta colpevole, al termine del processo per aver, tra le altre cose, anche finto una gravidanza allo scopo di estorcere nel tempo, riuscendoci, 60mila euro ad un ricco manager capitolino.

Una storia tormentata tra un imprenditore ed una escort, nella quale lei avrebbe anche finto una gravidanza, s’è conclusa con la donna condannata a 1 anno di prigione

L’uomo era solito incontrarsi con l’escort 58enne in un motel a ore sulla via Aurelia, e man mano, nel tempo, l’imprenditore si era perdutamente innamorato di lei tanto da ottenere circa 60mila euro per le proprie prestazioni.

D’un tratto però l’uomo ha detto basta e ha denunciato la donna quando quest’ultima ha cercato di estorcergli altro denaro anche tramite una finta gravidanza, facendola processare a Piazzale Clodio, con i magistrati che hanno deciso di sanzionarla con un anno di carcere per il reato di truffa a scopo d’estorsione.

La storia si era fatta man mano sempre più seria e l’uomo ha deciso di portare la donna con sè fuori a cena, ed in vari momenti di svago, come una vera coppia, impedendole di “lavorare” e creando una relazione sempre più stretta.

Poi, mesi dopo, la loro liaison amorosa è finita, la donna ha deciso di lasciare l’imprenditore per poi ripresentarsi davanti a lui, successivamente, affermando d’essere incinta e raccontandogli del desiderio d’abortire, con l’uomo che ha immediatamente accettato di pagare la somma per l’intervento, raggirandolo.

Ricevuto il denaro, la prostituta ha raccontato un’altra falsità, cambiato idea e rifiutando d’abortire.

A quel punto ha chiesto al manager, anche in questo caso, altro denaro per portare avanti la gravidanza fasulla.

In un terzo colpo di scena, la signora 58enne ha affermato d’un tratto, tempo dopo, d’aver perso il bambino, comunicandolo al facoltoso manager, e, puntualmente, spillandogli altri soldi che – a suo dire – le servivano per sostenere le costose cure derivanti da questo doloroso e fantomatico inconveniente.

Si trattava in tutti i casi di una truffa gigantesca e perpetrata nel tempo, che, per l’appunto, nelle varie fasi, secondo quanto raccolto dagli inquirenti, avrebbe fatto finire indebitamente nelle tasche della escort un totale di circa 60mila euro.

Tutto sembrava filare liscio fino a quando la prostituta, scoprendo che il raggirato stava vedendosi con un’altra sua “collega”, ha deciso di ricattarlo chiedendo ancora denaro e lo avrebbe minacciato di rivelare tutta la loro relazione ai suoi familiari.

Arrivati a un punti di non ritorno, l’imprenditore ha deciso di adeire alle vie legali e, alla fine, è riuscito a trovare giustizia con la condanna della truffatrice.

Ricordiamo sempre ai lettori che fino al terzo grado di giudizio e fino all’emissione della sentenza definitiva, i condannati vanno sempre considerati come presunti innocenti.

Infine, in un’altro caso dei mesi scorsi sempre a Roma, vi abbiamo raccontato della vicenda nella quale una donna è stata condannata per aver finto anche lei d’essere incinta,  stalkerizzando il suo ex fidanzato, con l’obiettivo di costringerlo a tornare con lei, non accettando la fine della loro relazione tormentata.

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