Roma, finge gravidanza e parto per tornare con l’ex: 30enne a processo per stalking

Una donna ha messo in atto molestie di ogni tipo tra appostamenti e messaggi, fino ad arrivare a fingere gravidanza e parto pur di tornare con il suo uomo

Roma: ha fatto di tutto pur di tornare con il suo ex ed una 30enne è sfociata nello stalking, fingendo addirittura di essere in gravidanza e d’aver partorito, oltre a messaggi di ogni tipo, telefonate e molestie varie, tra cui appostamenti sotto casa dell’uomo che ha sviluppato nel tempo un grave stato d’ansia tanto da cambiare residenza e mettersi un casco per arrivare alla sua abitazione e non essere riconosciuto.

Una donna ha messo in atto molestie di ogni tipo tra appostamenti e messaggi, fino ad arrivare a fingere gravidanza e parto pur di tornare con il suo uomo

La donna, una 30enne, adesso andrà a processo per fatti avvenuti tra il 2018 ed il 2019, con malori simulati per attirare l’attenzione del suo ex fidanzato, obbligandolo spesso ad andare via dal posto di lavoro per soccorrerla e, in un’occasione, attaccandosi alla portiera della sua auto per bloccarlo.

Una sequela di condotte illegali che hanno terrorizzato la vittima, arrivata a temere per la sua vita e obbligandola a cambiare abitudini, orari delle uscite da casa e stile di vita, facendo di tutto per non incontrare la donna.

Adesso la stalker sarà processata, con tanto di udienza già fissata per il 3 maggio presso il tribunale monocratico capitolino.

Nei giorni scorsi vi avevamo raccontato in un altro nostro articolo di un’altra vicenda di stalking verificatasi a Civitavecchia, dove a essere stato arrestato è stato un uomo (leggi qui).

In quel caso un 63enne del posto, non accettando la fine della relazione con la sua signora, aveva reiterato nel tempo le molestie, nonostante lo stalker fosse stato già obbligato a presentarsi davanti alla polizia giudiziaria e, aggravando la propria posizione, è stato deciso di sostituire ed aggravare la pena a suo carico, con l’uomo che adesso sarà costretto a scontare gli arresti domiciliari.

In un altra vicenda (leggi qui), un altro uomo, che da mesi non può rientrare nelle sua casa perché subisce minacce e offese di ogni tipo, fino ad arrivare alle botte, da parte della ex compagna, si è rivolto al centro antiviolenza a Roma, ma gli è stato risposto che quel sostegno spetta solo alle donne.

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