Fabio Concato, chi è, età, carriera e vita privata del cantautore

Fabio Bruno Ernani Piccaluga, meglio conosciuto come Fabio Concato, è uno dei cantautori più conosciuti nel panorama musicale italiano.

Fabio Concato

Fabio Bruno Ernani Piccaluga, meglio conosciuto come Fabio Concato, è uno dei cantautori più conosciuti nel panorama musicale italiano. Un uomo con un talento da vendere, che nei primi anni ottanta ha raggiunto un successo incredibile. Ripercorriamo la sua carriera.

Chi è Fabio Concato

Fabio Concato nasce a Milano il 31 maggio 1953, sotto il segno zodiacale dei Gemelli. L’artista milanese è figlio d’arte: suo padre è un chitarrista e autore jazz di nome Luigi, mentre i suoi nonni paterni sono cantanti lirici. È sposato con Elisabetta Pesarese, la donna dalla quale ha tratto ispirazione per creare alcuni dei suoi successi maggiori. I due si sono sposati nel 1980 e hanno due figlie, Carlotta e Giulia.

Carriera

Fabio Concato intraprende il suo percorso nell’ambito musicale a soli 21 anni, formando il gruppo cabarettistico “I Mormoranti“, insieme a due amici. Grazie alle varie esibizioni nei locali di Milano l’artista viene notato da Walter Guertler, un produttore svizzero, che gli propone un contratto con un’etichetta discografica.

Nel 1977 pubblica il suo primo album e con il singolo A Dean Martin raggiunge il successo. Successivamente pubblica diversi brani molto apprezzati dal pubblico italiano: Ti ricordo ancora, Sexy Tango, Rosalina, Fiore di Maggio, Ciao Ninìn (con cui partecipa al Festival di Sanremo) e tanti altri ancora.

Fabio Concato: vita privata

L’artista milanese ha sempre cercato di tenere la sua vita privata lontana dai riflettori, motivo per cui di lui si sa ben poco. Sappiamo che è follemente innamorato di sua moglie, Elisabetta Pesarese, e che i coniugi hanno due figlie: Carlotta e Giulia.

Inoltre, in un’intervista rilasciata a L’Avvenire, Fabio Concato ha rivelato di aver sofferto di attacchi di panico. Le sue parole:

“Iniziai a fare psicoterapia d’appoggio prima del successo: anzi sapendo, l’avevano detto i produttori, che restando coerente non avrei sfondato se non in 6-7 anni. Così avvenne: ma Domenica bestiale, Fiore di Maggio e i soldi crearono altro disorientamento oltre al panico con cui evidentemente sfogavo cose mal digerite. La terapia allora mi fece restare coi piedi per terra, come volevo: attento alla famiglia, a mia moglie, alle cose vere. Non volevo diventare “l’artista”. Perciò non ho pudore a parlarne, anzi! Capire che siamo di passaggio, avere il senso della realtà, conoscere se stessi credo sia fondamentale.”