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Roma, ruba auto e picchia i poliziotti. Poi si schianta contro un cancello: albanese arrestato

Un corollario di reati impressionante tra furto d'auto, fuga e resistenza a pubblico ufficiale per un giovane albanese arrivato in vacanza nel nostro Paese

Roma: un 23enne albanese ha completato il suo corredo di reati venendo arrestato per aver rubato una macchina e poi, scoperto dalla polizia è fuggito a tutto gas, salvo sfracellarsi contro ad uno dei cancelli del carcere capitolino di Rebibibbia, e a nulla è valsa la sua fuga a piedi, con la curiosa aggravante d’aver compiuto la sequela di crimini dopo essere arrivato in vacanza in Italia.

Un corollario di reati impressionante tra furto d’auto, fuga e resistenza a pubblico ufficiale per un giovane albanese arrivato in vacanza nel nostro Paese

Primo maggio da brividi per il cittadino dell’est, che ha rubato a primavalle un’auto Audi Q2 in zona Primavalle e, verso le 3.30 della notte è stato individuato dagli agenti grazie al segnale dell’antifurto satellitare montato nel veicolo, con la polizia che lo ha tallonato dando vita a un rocambolesco inseguimento durato diverso tempo attraversando vari quartieri  della città Eterna.

Dopo il clamoroso botto contro i cancelli del carcere, ha completato l’opera scappando a piedi e una volta arrivato a tiro degli agenti, che non hanno mollato la presa su di lui, ha tentato di picchiarli, aggredendoli ma venendo ammanettato dopo poco.

Pertanto ora è indagato per furto d’auto e resistenza a pubblico ufficiale, oltre che per il danneggiamento della vettura, andata distrutta nell’impatto con i cancelli di Rebibbia.

Similmente, qualche settimana fa, sul litorale sud un magrebino ha tentato un’analoga fuga dalle forze dell’ordine, anche qui conclusa con l’arresto dopo aver sfrecciato tra Lavinio Lido ed Anzio a bordo di un’utilitaria rubata, causando svariati tamponamenti e con l’aggravante di essere stato trovato in possesso di un coltello con lama di 15 centimetri all’interno del veicolo.

Ricordiamo come sempre ai nostri lettori che in questi casi gli indagati sono da ritenersi presunti innocenti, in considerazione dell’attuale fase del procedimento, ovvero quello delle indagini preliminari e che le prove si formeranno nel corso del processo.