Roma, furto sull’auto di Bebe Vio. Appello ai ladri “Ridatemi la tesi di laurea” (VIDEO)

Bebe aveva parcheggiato l'auto ai Parioli: ore di ricerche da parte di polizia e carabinieri

Ladri in azione ai Parioli rubano la borsa dall’auto di Bebe Vio, al rientro dal funerale del nonno. All’interno gli occhiali da vista e un pc con la tesi di laurea. L’appello dell’atleta: “Vi prego restituitemi il mio pc, mi voglio laureare“.

Bebe aveva parcheggiato l’auto ai Parioli: ore di ricerche da parte di polizia e carabinieri

Il furto si è consumato intorno alle due del mattino di venerdì 27 aprile, quando qualcuno ha portato via dall’auto di Bebe Vio, la campionessa paralimpica di Fioretto, una borsa con all’interno un pc, gli occhiali da vista e le cuffie AirPods. Il segnale degli auricolari senza fili, e degli “AirTag” legati a un mazzo di chiavi connessi tramite bluetooth al suo cellulare, le hanno fatto sperare di riuscire a recuperare la refurtiva, invece, per ora è rimasta a mani vuote.

Il segnale andava e veniva e ha orientato le ricerche di polizia e carabinieri che sono arrivati sul posto con cinque auto.

Oggi l’appello dell’atleta: “Non me ne frega niente della borsa, anche se da due giorni che non vedo nulla perché c’erano anche gli occhiali da vista. Potete tenervi tutto, per favore vi chiedo: c’è la mia tesi di laurea, ricominciarla è impossibile. Se tu sei un ladro ridammi il file con quattro mesi di appunti e ridammi la tesi. Vi prego”.

Le ricerche

A lanciare l’allarme è stata proprio Bebe rimasta a lungo in strada con la speranza di poter riottenere la sua borsa. La nottata da incubo è iniziata poco dopo le due del mattino, si è accorta che la sua Smart parcheggiata vicino piazza Santiago del Cile era stata forzata.

Poche ore più tardi però, verso le 10 del mattino, carabinieri e agenti di polizia sono tornate in viale Parioli e hanno ripreso a cercare la refurtiva sotto lo sguardo incuriosito dei passanti.

Il telefono dell’atleta, infatti, captava a singhiozzo il segnale delle cuffie che erano nella borsa. E questo ha fatto sperare all’atleta e agli investigatori che fosse possibile geolocalizzare il borsone, recuperarlo.

Gli investigatori hanno continuato a lungo nelle ricerche anche perché Bebe Vio era riuscita a captare anche il segnale degli “AirTag” legati al mazzo di chiavi.  Gli investigatori hanno controllato sotto le auto parcheggiate, nel cortile di un paio di supermercati, negli androni di diversi palazzi e anche nei cassonetti.