Sciopero nazionale: venerdì 21 aprile chi protesta e perché

Roma, trasporti, scuola e sanità a rischio all'inizio del weekend: per i lavoratori della Autostrade lo sciopero inizierà dalla sera del 20 aprile

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Sciopero generale di Venerdì 21 Aprile. A rischio trasporti, scuola e sanità, con possibili disagi in tutta la penisola. La mobilitazione proclamata dall’organizzazione sindacale Cub, riguarderà tutti i settori pubblici e privati.

Roma, trasporti, scuola e sanità a rischio all’inizio del weekend: per i lavoratori della Autostrade lo sciopero inizierà dalla sera del 20 aprile

Proseguono gli scioperi del mese di aprile su scala nazionale. Dopo la mobilitazione dello scorso 14 aprile, arriva il prossimo venerdì 21 aprile, l’annunciato stop che metterà a rischio tra le varie, soprattutto i trasporti, ed in particolare metropolitane, autobus e tram, con esclusione dei treni. I ferrovieri non aderiscono allo sciopero.

Per i lavoratori delle Autostrade invece, lo stop potrebbe partire già la sera del 20 aprile dalle ore 22,00 e proseguire fino alla stessa ora del giorno 21.

Anche la scuola, aderirà allo sciopero al momento confermato anche da una circolare ministeriale che ha comunicato “Previsto uno sciopero generale proclamato dalla Confederazione Unitaria di Base di tutti i settori pubblici e privati per l’intera giornata del 21 aprile 2023 per i turnisti compreso il primo turno montante”.

Lo stop riguarderà anche la sanità, ma saranno garantiti i servizi minimi essenziali, mentre le attività programmabili saranno quella a subire delle limitazioni da parte dei lavoratori.

Le motivazioni dello sciopero

Alla base della mobilitazione Cub, c’è la richiesta di aumento dei salari e dei rinnovi dei contratti con arretrati, e la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. L’aumento sia dei salari con adeguamento automatico al costo della vita e con recupero dell’inflazione reale, sia degli istituti retributivi del lavoro straordinario, notturno, festivo, con l’ntroduzione per legge del salario minimo di 12 euro l’ora.

Altre motivazioni poi riguardano la politica degli aumenti delle tariffe dei servizi ed energia, con la richiesta congelamento e calmierazione dei prezzi dei beni primari e dei combustibili, con l’incameramento degli extra-ricavi maturati dalle imprese petrolifere, di gas e carburanti. Introdurre una nuova politica energetica che utilizzi le fonti rinnovabili, senza ricorre a nucleare e rigassificatori.

Tra i punti della protesta anche il blocco delle spese militari e dell’invio di armi in Ucraina, nonché investimenti economici per la scuola, per la sanità pubblica, per i trasporti, per il salario garantito per disoccupati e sottoccupati; è il rilancio di un nuovo piano strutturale di edilizia residenziale pubblica che preveda anche il riuso del patrimonio pubblico attualmente in disuso, a beneficio dei settori popolari e dei lavoratori.

Sulle stragi dei lavoratori, l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro. Mentre sulla scuola “fermare la controriforma e cancellare l’alternanza scuola-lavoro e gli stage gestiti dai
centri di formazione professionale pubblici e privati”.

Nel lungo elenco anche la richiesta di cancellare la Riforma Fornero ed il Jobs Act, impedendo peraltro il recupero degli ammortizzatori sociali ai lavoratori reintegrati dopo un licenziamento illegittimo, ripristinando l’obbligo datoriale a versare tutti le retribuzioni maturate dal licenziamento alla reintegra. Infine la riduzione dell’età pensionabile e l’aumento delle pensioni minime.