A lezione di vipere per scoprire come comportarsi in caso di avvistamento
Col risveglio della primavera si rimettono in movimento anche le vipere. Come comportarsi allora in caso di avvistamento? Cercatori di asparagi, di funghi, camminatori, escursionisti o semplicemente curiosi sono tutti invitati venerdì 14 aprile alla lezione sulle vipere organizzata dall’erpetologo di Ostia Gualberto Tiberi.
L’appuntamento si svolgerà nella sede del Gamel, il Gruppo ambientale micologico ecologico lidense, in via delle Baleniere 240, ad Ostia. L’incontro inizierà alle ore 18.30 con previsione di chiusura alle 20. L’ingresso libero.
Gualberto Tiberi, 73 anni, ex dipendente del Servizio Giardini del Comune di Roma ora in pensione e grande esperto di erpetologia e micologia, parlerà nella sua maniera appassionata e coinvolgente di vipere e non solo. Anche le Guardie zoofile avvertono che questo è il periodo del risveglio dei serpenti (leggi qui).
“La mia conferenza – specifica – verterà sulle vipere e sui serpenti italiani con particolare focus su gli esemplari di Castelfusano. Per l’occasione presenterò anche un attrezzo elettronico che ci salva dal morso delle vipere”.
Rispetto a tutto il periodo dell’anno, quello tardo primaverile è, infatti, il momento in cui la vipera è più pericolosa: essendo un animale eterotermo in ambiente si muove ancora lentamente. “Specie al mattino presto“, spiega Gulberto Tiberi.
“L’incontro con le vipere non va sottovalutato – spiega Tiberi – Nella mia vita io sono stato morso quattro volte e due sono stato in fin di vita. Va anche detto che io sono un cercatore di funghi e amo fotografare le vipere e quindi sono più esposto“.
Due gli accorgimenti da usare consiglia Tiberi: “Non camminare in maniera troppo silenziosa. Le vipere sono sorde ma avvertono le vibrazioni anche da dieci metri. Saranno loro quindi ad allontanarsi. E poi usare sempre un bastone per smuovere con delicatezza l’erba prima di infilare le mani magari per raccogliere funghi o asparagi“.
Questi serpenti sono caratterizzati da una testa a forma triangolare e a punta, con un corpo tozzo e una coda corta e rastremata.
Possiedono una ghiandola situata nella regione posteriore e laterale del capo che produce un veleno formato da un’alta percentuale d’acqua, diverse albumine ad alta tossicità e altre proteine enzimatiche che agiscono sui tessuti, sulla coagulazione del sangue e, a volte, sul sistema nervoso.
Per inoculare questo veleno utilizzano delle lunghe zanne mobili canalicolate che, quando il serpente apre la bocca, formano un angolo di 90° con la mascella e in caso di morso penetrano nella cute della preda e iniettano il veleno attraverso i canali; quando chiudono la bocca le zanne vengono ruotate contro il palato.
I loro occhi hanno pupille verticali, simili a quelle dei gatti. Questa caratteristica, per le specie italiane, contribuisce a distinguerle dagli altri serpenti presenti negli stessi habitat, come le innocue bisce, che hanno pupilla rotonda.
Altri caratteri che tipicamente permettono di distinguere una vipera da un colubride non velenoso italiano sono la testa triangolare e la coda che si restringe in modo brusco, mentre gli altri ofidi presentano testa ovale e coda che si restringe gradualmente.
Queste le caratteristiche delle vipere. Ma per conoscere come comportarsi in caso di avvistamento oltre all’ovvio obbligo di non far male all’animale bisognerà seguire la conferenza di Tiberi. L’erpetologo di Ostia mostrerà dal vivo i comportamenti da tenere. Non occorre pagare quote, l’ingresso è del tutto gratuito.