Roma, quando la sigaretta elettronica è “speciale”: droga all’interno, arrestato 60enne filippino

Arrestato un filippino che da oltre 30 anni era in Italia, dopo essere stato sorpreso con la droga dentro al dispositivo

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Roma: un cittadino filippino di 60 anni è stato arrestato per essere stato colto in flagranza di reato dagli agenti di polizia con all’interno della sua sigaretta elettronica, una dose di droga, anfetamina.

Arrestato un filippino che da oltre 30 anni era in Italia, dopo essere stato sorpreso con la droga dentro al dispositivo

I fatti si sono svolti nei giorni scorsi durane un servizio di pattugliamento della polizia dalle parti di San Pietro, nei pressi della fermata della metro A di Ottaviano: qui il 60enne era stato notato dai poliziotti assieme ad un’altra persona, poi rivelatasi essere un suo connazionale, mentre effettuava  con quest’ultimo lo scambio droga-soldi.

Al posto della batteria era contenunta la dose di droga e poi, quando la polizia è arrivata e ha identificato la coppia, dopo un primo tentativo di negare tutto, ha ammesso il reato, sostenendo che quello di mettere lo stupefacente dentro alla sigaretta elettronica era una tecnica consolidata, usata da molto tempo da parte dell’arrestato.

Arrivati a perquisire anche casa sua, all’interno dell’appartamento sono stati trovati circa 300 euro in contanti, ritenuti provento di spaccio e anche un bilancino di precisione, tutto sequestrato dagli operanti.

L’uomo di 60 anni ha lavorato per 27 anni come badante di un cardinale del Vaticano, ed era arrivato nel nostro paese da oltre 30 anni, nel 1987, e nella deposizione il filippino ha sostenuto di essere andato via da quel lavoro perchè la famiglia del cardinale non aveva più bisogno di lui ma gli inquirenti stanno appurando se il 60enne fosse stato cacciato proprio perchè i suoi datori di lavoro avevano scoperto i suoi loschi traffici.

Il cittadino filippino vive con la moglie affetta da disabilità e quindi  la richiesta di divieto di dimora al momento è stata respinta dal giudice, con l’arresto invece convalidato, applicando a suo carico il provvedimento dell’obbligo di firma.

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