Roma, bidello più volte condannato per pedofilia violenta ancora: indaga la magistratura

La magistratura indaga sia sulla posizione del bidello pedofilo già condannato e sia su come sia stato possibile che una persona già condannata per questi reati sia stata riassunta in una scuola

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Roma: un bidello “orco” già condannato in precedenza per pedofilia e violenza sul posto di lavoro, nella scuola dove prestava servizio, nonostante le ripetute violenze rimane al suo posto anche se è stato più volte condannato e la magistratura avesse categoricamente imposto che non avrebbe più dovuto lavorare in contesti a contatto con minorenni.

La magistratura indaga sia sulla posizione del bidello pedofilo già condannato e sia su come sia stato possibile che una persona già condannata per questi reati sia stata riassunta in una scuola

Sentenza nei fatti disattesa in quanto il bidello in questione è stato riassunto tempo dopo in una scuola della Capitale, in una elementare del centro città e ha colpito ancora, violentando un altro bimbo.

Oltre a svolgere le mansioni di supporto ai docenti e sorveglianza degli spazi scolastici per anni è stato predatore di quelle povere vittime, facendo loro regali per carpirne la fiducia, in un contesto consolidato e un modus operandi scoperto fin dal 1991, più di 30 anni fa, quando era arrivata la prima condanna a suo carico e poi nel 2005 i giudici avevano ordinato che non mettesse più piede in contesti scolastici.

Fa restare di sasso dunque i nuovi episodio di abuso e ancora di più il fatto che sia stato assunto di nuovo in una scuola, con la sua mentalità che è rimasta la stessa, e infatti ci è ricascato più volte.

Il Ministero dell’istruzione ai tempi aveva ordinato che il bidello “orco” dovesse risarcire la famiglia del bambino violentato con oltre 228mila euro per le accertate condotte di violenza sessuale, con tanto di sentenza della Corte dei Conti che ha poi attestato le responsabilità delle strutture amministrative ministeriali chiedendo spiegazioni del fatto che l’uomo fosse stato mantenuto in graduatoria Ata pur essendo già stato condannato penalmente.

Dunque oltre al bidello pedofilo è finito imputato anche il dirigente di allora che aveva firmato la graduatoria dove questi era stato mantenuto nonostante il suo passato.

Perchè il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale del Lazio, pur avendo accesso a tutti gli incartamenti sul passato del bidello non ha fatto nulla per impedire la sua nuova assunzione? Ora gli inquirenti si concentreranno anche su questo particolare.

Le violenze ripetute in questo caso risalirebbero al 2014, con la madre che aveva denunciato le violenze e il dipendente della scuola condannato a 6 anni di carcere con interdizione perpetua dai pubblici uffici connessi a contesti frequentati da minori.

Nel 1991 il bidello aveva patteggiato una condanna a 1 anno e 9 mesi di carcere con pena sospesa per lo stesso motivo, violenza sessuale a scuola a danni di minore, ma lì ha potuto continuare a lavorare, con il tribunale che gli ha concesso la riabilitazione e poi è arrivata la violenza del 2005, questa volta con una ragazzina che è stata oggetto delle morbose attenzioni  da parte del pedofilo e anche in questo caso è arrivata la condanna a 2 anni, 2 mesi e 20 giorni di carcere, sempre con interdizione da ogni incarico scolastico.

Ma anche in questo caso nulla di fatto, è potuto restare al suo posto colpendo ancora, nel 2014, stesso copione a danni di un minorenne.

Anche nel 2014 altra condanna ma nulla è cambiato, è rimasto sempre a contatto con gli alunni e non si capisce chi dovesse impedirglielo, ed è  per questo che verrà chiamato in causa l’ufficio scolastico regionale.

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