Grande Roma

Roma, auto storiche bandite dal Centro, ricorso a Mattarella

Automotoclub storico italiano chiede delle deroghe: ecco le proposte

Maggiolini, Cinquecento, Vespe e Alfa Romeo Spider, la mitica duetto, relegate in garage. Roma ha posto l’off limits alle auto e moto storiche. Niente passeggiata all’ombra delk Colosseo o di piazza Venezia. L’ordinanza del sindaco di Roma dello scorso dicembre ha stabilito il divieto di circolazione dei mezzi più inquinanti nell’area Ztl mettendo di fatto al bando tutti i mezzi storici. Collezionisti in rivolta.

Automotoclub storico italiano chiede delle deroghe: ecco le proposte

La decisione di Roberto Gualtieri di tagliare fuori le auto storiche dal centro ha inorridito l’Automotoclub storico italiano (Asi), la sigla che raccoglie lungo la Penisola circa 260mila appassionati. Da qui il ricorso al Presidente della Repubblica sottoscritto anche dai Registri Storici Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Federazione Motociclistica Italiana.

A Roma circolano oltre 4 milioni di veicoli ma quelli storici registrati alla motorizzazione sono solamente 9.945: che significa una quota pari allo 0,25% del totale con una percorrenza annuale pari allo 0,014% dei chilometri percorsi dai veicoli usati quotidianamente.

Dopo un primo incontro col Campidoglio abbiamo attivato il ricorso al Capo dello Stato” spiega Alberto Scuro, presidente dell’Asi.  “I veicoli storici – chiarisce – oltre a essere pochi, fanno poca strada e le deroghe che chiediamo non riguardano i giorni feriali. Per noi devono promuovere il turismo lento, la cultura italiana, i territori, non sono veicoli che usiamo per andare a lavorare“.

A dare i numeri di questi veicoli considerati “storici” dalla legge, perché immatricolati da più di vent’anni, in Italia rappresentano lo 0,25% del totale e fanno solo lo 0,014% dei chilometri percorsi dai veicoli d’uso quotidiano.

L’ordinanza di Roma Capitale elenca già una serie di deroghe al divieto ma riguardano i mezzi delle forze dell’ordine, del servizio pubblico, i mezzi per il trasporto dei rifiuti urbani, le auto del servizio diplomatico, quelle della Città Stato del Vaticano e quelle autorizzate in occasione di particolari cerimonie. Per esempio Sergio Mattarella potrà ancora usare la Lancia Flaminia per la tradizionale parata del 2 giugno.

Non è però la prima volta che la questione arriva all’attenzione del Quirinale. Già lo scorso marzo il Capo dello Stato aveva accolto un ricorso dell’Asi contro un divieto analogo introdotto in Piemonte.

Il Capo dello Stato ha già chiarito che i veicoli storici sono una risorsa. Non possono  essere considerati solo come i veicoli più inquinanti o equiparati a veicoli vecchi“, sottolinea Scuro. Anche perché secondo il presidente dell’Asi “c’è tutto un mondo economico che si muove intorno alle auto storiche, un indotto che lavora“.

Dall’Aci più cautela

All’Automobile Club Italiano sono più cauti riguardo le deroghe da mettere sul piatto.

Il presidente Angelo Sticchi Damiani sottolinea che consentire l’accesso ai centri urbani a tutti i veicoli dotati del certificato di rilevanza storica, in quanto lo stesso viene rilasciato a ogni auto che abbia compiuto 20 anni, se ben conservata, indipendentemente dal modello potrebbe rivelarsi una non soluzione.  “E’ fondamentale una selezione più efficace autorizzando l’ingresso ai soli modelli elencati nella Lista di Salvaguardia, redatta da ACI Storico in collaborazione con autorevoli esperti e le più rappresentative sigle del settore”, sottolinea il Presidente.

Con questo criterio stringente e oggettivo avrebbero semaforo verde solo il 20% delle auto che nell’ultimo triennio hanno conseguito il certificato di rilevanza storica.

Intanto Roma pensa alla pedonalizzazione di Monti (leggi qui).

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