La Cassazione ha rigettato il ricorso della difesa di Alfredo Cospito per la revoca del 41bis, ossia il carcere duro con isolamento e il divieto di qualsiasi contatto esterno. La decisione è arrivata al termine della camera di consiglio dei supremi giudici della prima sezione penale. L’anarchico in sciopero della fame da quattro mesi resta al 41bis.
La reazione degli anarchici dopo il pronunciamento della Cassazione: “Assassini”. Si temono disordini
Appena appresa la notizia del verdetto della Cassazione, i manifestanti del sit-in in solidarietĂ con Alfredo Cospito hanno urlato “assassini“. “Saranno responsabili di tutto quello che succederĂ ” hanno aggiunto i partecipanti alla manifestazione che è ancora in corso sotto la Corte di Cassazione. (leggi qui). Ora si temono disordini nella Capitale, ma non solo.Â
I supremi giudici, che hanno rigettato il ricorso della difesa di Cospito, non hanno accolto la richiesta della procura generale che nella requisitoria scritta aveva chiesto di annullare con rinvio per un nuovo esame l’ordinanza del tribunale di Sorveglianza di Roma del 1 dicembre 2022 che aveva confermato il 41bis per l’anarchico.
“Emerge nella motivazione dell’ordinanza impugnata – scriveva il pg Pietro Gaeta – una carenza di fattualitĂ in ordine ai momenti di collegamento con l’associazione, che lascia sopravvivere la stigmatizzazione difensiva secondo cui la condizione interclusiva speciale fosse giustificata solo dalla necessitĂ di contenimento dell’estremismo ideologico“.
“Le sentenze non si discutono, si devono solo rispettare. Bisogna leggere le carte per poter dire se la decisione è giusta o non è giusta“, ha detto Donato Capece, segretario generale del Sappe, Sindacato autonomo della Polizia penitenziaria, dopo la decisione della Cassazione di rigettare il ricorso della difesa di Alfredo Cospito, che resta, dunque, al 41bis.
“Noi siamo addetti ai lavori – aggiunge -, dunque, per quello che ci compete, abbiamo il Gruppo operativo mobile, dei ragazzi eccezionali che sanno far rispettare la legge e l’ordinamento penitenziario. I nostri ragazzi del Gom sono ormai diventati professionisti della sicurezza, sanno come devono comportarsi per far rispettare la legge. Il nostro è un lavoro difficile, ma siamo preparati sempre a tutto“.
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