Fracassa a calci la faccia alla compagna, arrestato

Calci sul viso e la minaccia con un coltello: "T'ammazzo prima di domani". A salvare la donna una volante

maltrattamenti
L'arresto per maltrattamenti

Calci e pugni sul viso fino a fracassarle il setto nasale e la regione oculare. Non è bastato l’altro giorno a un disoccupato peruviano ridurre in una maschera di sangue la compagna. Dopo il pestaggio ed averla scaraventata per le scale si è appostato in giardino con un coltello in pugno. “T’ammazzo prima che arrivi domani”, l’avvertimento.

Calci sul viso e la minaccia con un coltello: “T’ammazzo prima di domani”. A salvare la donna una volante

Ad evitare il peggio, l’altra notte a Tor Vergata, una pattuglia del locale commissariato allertata dai vicini.

L’uomo, un disoccupato di 36 anni, con l’arma ha cercato di aggredire anche i poliziotti, ma alla fine è stato disarmato ed arrestato. Dovrà rispondere delle lesioni gravi provocate alla compagna e di resistenza e lesioni contro un pubblico ufficiale.
Alla vittima, una giovane donna cubana, i medici del Policlinico Casilino hanno riscontrato fratture, lividi e contusioni non guaribili prima di un mese

Sono state le urla della donna a lanciare nello sconforto i vicini dell’appartamento in via Carlo Saraceni che terrorizzati per quello che sarebbe potuto accadere hanno allertato il 112.

La donna, un anno più giovane e di nazionalità cubana, non aveva mai avuto il coraggio di denunciare il compagno. Sperava che cambiasse. Che prima o poi sarebbe tornato alla calma come quando un paio di anni prima aveva deciso di andare a vivere insieme. Stavolta, invece, spinta dalla paura e dalla faccia sfiguratra, si è sfogata raccontandola verità.

Lo sfregio della candela

Un anno prima aveva rischiato di finire sfigurata quando lui le aveva lanciato sul viso una candela accesa.

Per il compagno violento e manesco il giudice ha disposto la convalida dell’arresto. A breve sarà processato.

Pochi giorni fa a piazzale Clodio è stato condannato un marito e padre padrone condannato  maltrattamenti in famiglia. (leggi qui) L’uomo, un cittadino somalo, avrebbe sottoposto i propri familiari per anni a violenze, imposizioni e vessazioni. Come il divieto alla moglie di studiare l’italiano perché ai corsi avrebbe potuto incontrare altri uomini o l’ordine impartito alla figlia di non andare a scuola perché socializzare sarebbe contrario all’islam. La pena, tre anni di carcere.

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