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Crollo del palazzo al Flaminio, condannati tre tecnici

Il crollo provocato da lavori di ristrutturazione al quinto piano. Disposta, per il risarcimento, una provvisionale di mezzo milione di euro

Il crollo è stato provocato e poteva provocare una strage. Si è chiuso con tre condanne e provvisionali per oltre mezzo milione di euro il processo aperto a piazzale Clodio sul crollo del palazzo al civico 70 di Lungotevere Flaminio che nella notte del il 22 gennaio 2016 ha visto cedere tre piani, come in un terremoto.

Il crollo provocato da lavori di ristrutturazione al quinto piano. Disposta, per il risarcimento, una provvisionale di mezzo milione di euro

A emettere la sentenza, oggi, 14 febbraio, a 7 anni dal crollo il giudice monocratico del tribunale di Roma che ha condannato Massimo C., legale rappresentante della società che provvedeva alla ristrutturazione a 2 anni e a 1 anno il progettista Roberto M. e il titolare della società esecutrice dei lavori Pasquale F., tutti con pena sospesa.

La procura aveva chiesto complessivamente 14 anni di carcere. (leggi qui)

Ai tre imputati, accusati di crollo colposo, invece, sono state concesse le attenuanti generiche, diminuendo sensibilmente le pene.

Il giudice, con la sentenza, le cui motivazioni verranno depositate fra 3 mesi, ha disposto che il risarcimento danni sarà liquidato in sede civile stabilendo provvisionali immediatamente esecutive per oltre mezzo milione di euro alle parti civili costituite, tra cui il condominio.

Un quarto imputato, il proprietario dell’appartamento in cui erano in corso i lavori per realizzare un open-space, è stato assolto in via definitiva dopo aver scelto il rito abbreviato.

Il processo ha accertato le gravi responsabilità di chi ha svolto i lavori. Se quella notte non si é verificata una strage si deve solo ad un colpo di fortuna e soprattutto all’intuizione dei vigili del fuoco di evacuare subito il palazzo”, hanno dichiarato Luca Pallotta e Gianluca Tognozzi legali di parte civile del condominio del Lungotevere Flaminio.

Il salvataggio

A dare l’allarme ai vigili del fuoco una condomina svegliata dagli scricchiolii del soffitto. “Si sta aprendo una crepa, intervenite subito”, ha detto la donna terrorizzata. I vigili del fuoco intervenuti in pochi minuti hanno così ordinato subito l’evacuazione.

Il funzionario di turno, un ingegnere, mettendo anche a repentaglio la propria vita era entrato anche nell’appartamento in ristrutturazione fotografandone le stanze, compresa quella dell’open space dove stava cedendo un pilastro. Dopo poco il crollo.

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