Ostia, il Campidoglio ignora la sentenza sullo stabilimento “La Casetta”: chi pagherà?

La sentenza del Tribunale da oltre tre anni ha ingiunto al Campidoglio la restituzione dello stabilimento al concessionario ma si preferisce lasciarlo in mano ai vandali

stabilimento La Casetta cantiere

Colpo di scena sul destino dello stabilimento balneare “la Casetta” di Ostia: il Tribunale di Roma nell’ottobre 2019 ha sentenziato la restituzione dell’impianto al concessionario ma il Campidoglio non ha rispettato l’ordine. Così, si preferisce che vandali e occupanti abusivi restino nella struttura piuttosto che rimettere in attività ciò che resta.

La sentenza del Tribunale da oltre tre anni ha ingiunto al Campidoglio la restituzione dello stabilimento al concessionario ma si preferisce lasciarlo in mano ai vandali

Avevamo già dato notizia dell’assoluzione dei concessionari dall’accusa di abusivismo edilizio (leggi qui), contestazione che nel 2016 aveva spinto il Comune di Roma e il X Municipio a non rinnovare la concessione agli allora concessionari della spiaggia. Ciò che è successo per effetto di quella decisione comunale, è sotto gli occhi di tutti (leggi qui): i veri padroni di quello che era una volta uno degli impianti turistici più preziosi non sono di Roma, sono diventati vandali e senza fissa dimora. La Casetta” è stata praticamente distrutta: vetri infranti, scritte sui muri, servizi igienici divelti, cabine fracassate, ladri (leggi qui) e occupanti abusivi in quello che erano il parcheggio o circolo di bridge (leggi qui).

Dopo la sentenza di assoluzione (“il fatto non sussiste“), il X Municipio ha addirittura appaltato la demolizione delle parti ritenute abusive (leggi qui): una spesa di mezzo milione di mila euro, come se il dispositivo del Tribunale non esistesse. Solo per l’iniziativa del vecchio concessionario, che ha diffidato l’impesa, in extremis l’abbattimento non è avvenuto.

Oggi, con il documento originale del quale siamo venuti in possesso, si scopre un altro aspetto di questa tragica vicenda (ricordiamo che oltre ai danni materiali che le casse comunali prima o poi dovranno rifondere ai concessionari, si sono persi anche 50 posti di lavoro). Il tribunale, nella sentenza del 2 ottobre 2019, stabiliva che l’impianto venisse restituito al concessionario.

Il giudice monocratico della Quarta sezione Penale del Tribunale di Roma, Roberta Di Gioia, oltre ad assolvere i concessionari dall’accusa di abuso edilizio, ha infatti ordinato “il dissequestro e la restituzione all’avente diritto di quanto in sequestro”. E, in questa sentenza, si badi bene c’è un particolare assolutamente incredibile: è la parte civile, vale a dire il Comune di Roma, a chiedere al giudice che lo stabilimento venga restituito al concessionario. Parte civile, aggiungiamo noi, che ha anche rinunciato a ricorrere in appello, reputando quindi giusta e inequivocabile la decisione del magistrato.

Chi pagherà i danni?

Cos’è successo, allora, tra la sentenza e la sua mancata attuazione? E’ quello che viene da chiedersi. Per quale motivo si preferisce lasciare in balia di vandali e occupanti abusivi lo stabilimento balneare “La Casetta” invece di restituirlo al legittimo concessionario? Il cumulo dei danni prodotti si incrementa e così aumenta il rischio della somma che l’amministrazione dovrà pagare per effetto di un’accusa rivelatasi inesistente, per la mancata custodia del bene e, ora, anche per la mancata attuazione della sentenza. A chi giova tutto questo?

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