Roma: un vero e proprio allenatore orco è stato arrestato in quanto gravemente gravemente indiziato del reato di violenza sessuale su minori.
L’allenatore adescava con delle scuse i giovani atleti minorenni della sua squadra per poi obbligarli a compiere atti sessuali
La scorsa notte, 7 febbraio, su impulso della Procura di Roma titolare delle indagini, gli agenti della polizia di Stato della IV Sezione della Squadra Mobile di Roma, specializzata nel contrasto ai reati di violenza di genere e in danno di minori, hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di un italiano, gravemente indiziato di violenza sessuale aggravata e continuata, con recidiva specifica, su un ragazzo minorenne, disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari all’esito di una complessa attività investigativa diretta dalla Procura di Roma.
L’uomo, con più azioni compiute in tempi diversi, sfruttando la sua posizione di superiorità in quanto allenatore e aiuto allenatore che svolgeva presso una nota società sportiva di basket, e comunque con l’uso della violenza, avrebbe costretto un giovane atleta del club sportivo a compiere e subire atti sessuali.
L’indagine è stata avviata grazie alla segnalazione di alcuni collaboratori della società sportiva capitolina, insospettiti per alcuni atteggiamenti ambigui e inopportuni dell’uomo nei confronti di alcuni giovani atleti, tutti di età intorno ai 14 anni.
Le indagini hanno consentito di riscontrare che, in orari serali, negli ultimi anni, alcuni minori venivano invitati dall’allenatore nei locali della foresteria dove lui abitava e dormiva, con la scusa di effettuare massaggi terapeutici, pur non essendo un fisioterapista, o di confrontarsi sugli schemi di gioco.
L’indagato era già stato condannato, con sentenza irrevocabile, per violenza sessuale aggravata in danno di minori, per fatti analoghi commessi sempre in ambito sportivo in altra località dell’Italia centrale.
L’uomo, al rientro da un viaggio all’estero, è stato rintracciato dagli agenti della Squadra Mobile che lo hanno condotto presso il carcere di Regina Coeli.
Ad ogni modo tutti gli indagati sono da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell’attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.
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