I teenager morti nell'incidente notturno avevano tante passioni in comune ed erano sempre insieme. Il ricordo del precedente del 2007, nella stressa strada
Molto forte il cordoglio ed il dolore nei confronti dei giovani venuti a mancare nel drammatico incidente stradale in zona Fonte Nuova a Roma (leggi qui), alle porte della Capitale. Li piangono davvero in tanti, tra social, cittadini e istituzioni, in una catena d’amore senza fine.
Il dramma si è verificato via Nomentana e le vittime sono Valerio Di Paolo, il giudatore – con questo particolare che andrà confermato, e l’auto che risulterebbe intestata a sua madre – Alessio Guerrieri, e Simone Ramazzotti, gli ultimi due erano cugini, e le 17enni Giulia Sclavo – quest’ultima morta poco dopo l’arrivo al Policlinico Umberto I di Roma) Flavia Troisi, che proprio giovedì festeggiava il compleanno.
In questa immagine di copertina recente tratta da Instagram possiamo vedere Alessio Guerrieri, Valerio Di Paolo e Simone ramazzotti (fonte profilo Instagram di Alessio Guerrieri).
Come detto, Simone e Alessio erano cugini. Sui social, su instagram, si può trovare un album titolato “Cousinhood” – “Cuginanza”, che in vari scatti immortala i due giovani sin da bambini, in varie immagini che ripercorrono il loro forte legame.
Alessio Guerrieri era calciatore del Tor Lupara ed era stato compagno di squadra proprio di Chiapparrelli, per ora l’unico ancora vivo, attaccante nella squadra locale e il padre era uno conosciutissimo. Su Facebook il Tor Lupara ricorda le vittime con affetto in un post sui social: “La società tutta e il presidente Donato Olivieri si stringono al dolore delle famiglie dei ragazzi vittime del tragico incidente che ha spezzato le loro giovani vite». A Fonte Nuova è stato proclamato il lutto cittadino.
I ragazzi venuti a mancare condividevano molto, alcuni erano stati anche compagni di scuola alla locale Aldo Moro e avevano viaggiato insieme anche recentemente, a Venezia, a Follonica, ed erano amanti dello sport. I maschi andavano pazzi per kick boxing e calcio.
Restano dunque gravi le condizioni di Andrea Chiapparelli, 21 anni, il sesto ragazzo che si trovava nella Fiat Cinquecento ed è ricoverato in gravi condizioni al Sant’Andrea. La comitiva era da poco uscita da un locale dove erano stati a festeggiare Flavia Troisi, il Dk 33 di via Nomentana.
Poi, l’impatto devastante verso le 2.30 di notte all’altezza dell’incrocio di via IX Novembre, con corpi sparsi sull’asfalto dopo essere stati scaraventati fuori dalla Fiat a seguito di un ribaltamento devastante che l’ha fatta infrangere contro un lampione, con tanto di albero abbattuto e nulla hanno potuto fare i sanitari dell’Ares 118, con i pompieri che hanno fatto il massimo estraendo i giovani dall’abitacolo.
Come detto nel precedente articolo resta il dubbio della velocità, fose troppo elevata e che andrà anche questa confermata dai rilievi, che unitamente anche a un forte dislivello dell’asfalto nel tratto interessato dall’incidente, potrebbe aver fatto perdere al guidatore il controllo della macchina, e ovviamente andrà appurato se chi guidava fosse al volante da sobrio e in perfette codizioni fisiche.
Tutti dati che saranno confermati o smentiti anche grazie alle autopsie sulle salme delle vittime e incrociando le testimonianze delle persone che erano con i ragazzi a festeggiare nel locale, oltre all’analisi di tutte le telecamere di videosorveglianza utili a stabilire l’esatta dinamica dei fatti. Al momento le loro salme sono state portate all’obitorio di medicina legale di Roma ‘La Sapienza’ e la procura ha aperto un’indagine contro ignoti.
Ogni ipotesi è al vaglio, anche quella delle condizioni atmosferiche avverse che avrebbero potuto causare eventuale ghiaccio sull’asfalto e reso sdrucciolevole la strada, oppure anche un guasto meccanico al veicolo, o una semplice quanto fatale distrazione.
La macchina dopo aver fatto un tratto di strada a bordo marciapiede, sembra dai primi rilievi che, toccando uno scivolo utile a permettere l’attraversamento pedonale, l’auto sia “volata via” e per i ragazzi non c’è stato nulla da fare, per un decollo durato molti metri, trasformando la 500 in un proiettile.
Proprio il 22 maggio 2007, sempre a Fonte nuova, anche in quel caso morirono cinque ragazzi, anch’essi nel tentativo di rincasare dopo una nottata passata insieme.
Il sindaco di Fonte Nuova, Piero Presutti, in una nota ufficiale ha detto, della strage verificatasi nella notte, collegandola alla precedente mattanza:“A seguito di quel drammatico incidente, avevamo attivato le procedure per mettere un autovelox. Ugualmente non è servito a salvare le vite di questa notte”.
16 anni dopo, ancora terrore e sangue a Fonte Nuova nella stessa strada con altri 5 giovani che hanno perso la vita sulla Nomentana, nel medesimo comune.
Solo il punto del sinistro del 2007 era leggermente diverso, avvenne circa 1 chilometro e mezzo dopo, mentre questo del 2023, è stato molto più vicino al centro del paese.
Nel 2007 la macchina aveva sbandato centrando in pieno un albero che si trovava dall’altra parte della carreggiata: a morire immediatamente era stata Veronica Gnisci, non ancora maggiorenne, mentre gli altri occupanti spirarono in ospedale: Simone Falchi, 19 anni, morto al Pertini, Mirko Petricone, 19 anni all’Umberto I, Emanuele Manili, 17enne, dichiarato cerebralmente morto, e infine Fabio Volpe, 19enne, che si spense pochi giorni dopo al Sant’Andrea.
Su Facebook abbiamo ripreso la toccante testimonianza di Jachno, sorella di uno dei ragazzi morti nell’incidente stradale del 2007: “Adesso due parole le voglio dire anche io in qualità di sorella che a distanza di quasi 16 anni ancora piange suo fratello morto anche lui con altri 4 amici nel 2007. Mi viene il vomito a leggere quanti leoni da tastiera sono bravi a scrivere che se erano figli loro non li avrebbero fatti uscire , che a 17 anni nn si va a ballare , non si esce e nn si rientra dopo una certa ora, immagino tutti genitori perfetti ,i miei complimenti, vi basate su ciò che scrivono i giornali per sparare a zero perché non avete un cavolo da fare, senza capire che il mestiere del giornalista questo fa, guadagnano sulla notizia peraltro la prima notizia che non è sempre corrispondente al vero e noi pecore paesane, tutti pronti a giudicare i ragazzi e ancor più i genitori che non avete la più pallida idea di quanto già non si sentano abbastanza in colpa e nn hanno certo bisogno di leggere i vostri giudizi disinteressati solo per il gusto di mostrarsi migliori”.
“Ve lo dico io cosa si prova – spiega la ragazza – è come se vi strappassero il cuore dal petto ogni giorno ogni santissimo giorno , ogni ora e la maledizione del ricordo durerà per sempre. Quindi mi rivolgo a voi esseri perfetti che avete la fortuna di nn esserci passati….. imparate a tacere che è il gesto d onore più grande che si possa fare in questi casi e nn vi dico neanche di mettervi nei panni di questi genitori perché non si augura a nessuno neanche solo l immaginare di poterci passare, tacete! Rispettate il dolore, non importa da dove venivano, dove erano andati , se erano lucidi o drogati, se correvano, se avevano bevuto …. Dico io ma che vi importa? Sono morti ….. Punto…. Abbiate rispetto di fronte la morte visto che giudicando queste situazioni non avete rispetto per i vivi, per chi purtroppo resta a soffrire e lo farà per sempre. Detto ciò sono vicina a queste famiglie più di quanto possano immaginare”.
Anche nel 2014 strade insanguinate e Fonte Nuova in lutto per il decesso di perdita di Stefano De Amicis e di suo figlio Cristian, 7 anni, morti sulla Nomentana in zona Santa Lucia, mentre erano a bordo di un motorino. Stavano rincasando dalla partita giocata a Roma tra i giallorossi e il Bayern e si erano scontrati mortalmente con una macchina.
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