Castelporziano, giù migliaia di pini malati: Labur denuncia danno ambientale ed erariale (VIDEO)

Autorizzato l'abbattimento di migliaia di pini con la vendita del legno ricavato nella Tenuta Presidenziale di Castelporziano. Labur: "Si poteva evitare"

Roma: E’ stata aggiudicata l’asta pubblica per la vendita di materiale legnoso derivante dal taglio di migliaia di pini colpiti da una infestazione di parassiti – la cocciniglia tartaruga – che sta devastando il patrimonio arboreo della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano dal 2015.

A segnalarlo in queste ore è Labur, in una nota che ricotruisce la cronostoria di questa tragedia ambientale annunciata, confermata con un piano di abbattimento che inizierà il 1 agosto 2023, e al quale seguiranno le operazioni di cippatura e trasporto, a cura di un’azienda toscana che avrebbe già vinto l’asta e che si occuperà di tutto, anche della vendita del legno con un valore stimato dal laboratorio di urbanistica, di oltre 230mila euro.

Aggiudicata l’asta pubblica per la vendita di legno  derivante dal taglio di migliaia di pini nella Tenuta Presidenziale di Castelporziano. Labur: “Si poteva evitare”

“Lo Stato sarebbe stato sconfitto dagli insetti”. Inizia così il lungo e amaro comunicato di denuncia di Labur sull’inevitabile fine che stanno per fare migliaia di pini infestati di cocciniglia dentro la Tenuta Presidenziale di Castelporziano.

Il parassita arrivato – per quanto noto – nel 2015 è proliferato per trascuratezza e mancanza di fondi: “Una storia che si inquadra in quella ancora più ampia della gestione del patrimonio arboreo in Italia, sviluppandosi su tre tematiche: mancanza di fondi per il verde, leggi disapplicate e un enorme giro di soldi legato al riuso del materiale legnoso per la produzione di bioenergie“.

Una realtà che nel nostro “piccolo”, sconvolge l’unica tenuta in dotazione al Presidente della Repubblica, inglobata in una Riserva Naturale Statale appartenente al territorio di Roma, Capitale d’Italia, dove la gestione del verde pubblico è delegata al Municipio di prossimità.

Spariscono migliaia di pini e tutto sembra normale – proseguono -, con lo Stato che sembra essere stato battuto da un parassita, in questa tenuta di oltre 6mila ettari all’interno della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, Zona di Protezione Speciale (ZPS), dove sarebbero in atto, dal dicembre 2011 (DGR 612), severe misure di conservazione e tutela degli habitat naturali, e dove invece proprio da quell’anno si assiste alla lenta e inesorabile scomparsa della pineta monumentale che la costituisce”.

Nella cronostoria sintetizzata da Labur infatti, il primo grave attacco alla pineta avvenne nel 2011, con un successivo ancor più grave abbattimento nell’estate del 2016, per un intervento urgente di mitigazione degli impatti conseguenti i danni prodotti da un coleottero blastofago, con l’asportazione di una massa legnosa di 23.700 metri cubi su 95 ettari. E ancora un altro diradamento di pino domestico interessò altri 157,4 ettari pari a oltre 13mila metri cubi.

In ordine di taglio fitosanitario poi, si arriva all’ultimo e più recente, sui pini colpiti dalla cocciniglia tartaruga (la Toumeyella parvicornis), e regolato da un’asta pubblica (GU 5a Serie Speciale – Contratti Pubblici n.134 del 16.11.2022) avente termine di scadenza il 13.12.2022 per la vendita del materiale legnoso risultante a 0,80 euro al quintale (IVA esclusa).

Intervento fitosanitario in programma ad agosto 2023: ecco come si svolgerà

Sarà un taglio brutale – spiegano -, del tipo “a raso”, con rimozione di tutti i pini morti in piedi e dei pini con chioma vitale residua intorno al 20%. Pini monumentali che superano ormai i 110 anni e altri più giovani di circa 60-90 anni di età. La massa legnosa in vendita è stimata (per difetto, dati SIFTEC 2010) in circa 33.776,73 metri cubi, pari a circa 28.713,85 tonnellate, il che significa che il prezzo di vendita (minimo) è di circa 230.000 euro. L’asta prevede un eventuale aumento del 50% della massa legnosa da decidersi in corso d’opera. Tutto il materiale legnoso derivante dal taglio sul posto (tronchi, rami principali e secondari) dovrà essere ridotto in scaglie tramite triturazione e trasportato fuori dalla Tenuta dopo essere stato pesato e destinato a siti di lavorazione per la produzione di bioenergie. Come riferiscono fonti autorevoli  – proseguono – (pur non essendone pubblicizzato l’esito), l’asta, a fronte di 4 offerte presentate, è stata vinta dalla MASSONI P. e M. s.r.l. nella provincia di Lucca. Un’impresa boschiva e forestale che garantisce una gestione integrata della filiera bosco-legno, e cioè dalla gestione forestale, al recupero del legno, trasporto e fornitura di cippato e tronchi”.

Labur: “Migliaia di pini tagliati potevano essere salvati destinando alla tutela della pineta monumentale maggiori fondi”

Nel Bilancio Triennale 2022-2024, la dotazione annuale per la Presidenza della Repubblica è di 224 milioni di euro, di cui la metà (112 milioni) destinata alla retribuzione del personale e appena 1,2 milioni per le spese di Castelporziano, a cui si aggiungono i 500 mila euro del contributo del Ministero per la Transizione Ecologica e altri 600 mila derivanti dai proventi forestali, faunistici e agro zootecnici. In totale, 200 mila euro al mese per 6 mila ettari: “Nonostante questo – precisano – incredibilmente, resta comunque una gestione migliore di quella fino ad oggi operata nelle aree verdi (limitrofe alla tenuta presidenziale) del Municipio Roma X, l’unico, su tutta Roma, ad avere poteri amministrativi delegati sul verde pubblico (ad eccezione della pineta di Castel Fusano)”. 

Cure preventive alle alberature forse avrebbero potuto mitigare un intervento così brutale: “Oltre al gravissimo danno ambientale, c’è un danno erariale e lo denunceremo – proseguono -. La denuncia è legata al fatto che in dieci anni poco si è speso per fronteggiare il problema mentre si pensa soprattutto a come rientrare producendo biomassa”.

Centrale dunque nel report di Lubur, che vuole inquadrare le responsabilità di questa tragedia ambientale, il ruolo dell’amministrazione capitolina: “Negli ultimi 10 anni è stata piuttosto assente e neppure ha fronteggiato la prevenzione dagli incendi e dalla caduta dei pini ormai ridotti a secchi e pericolanti colonne di legno disposte sul ciglio stradale. Non è dato sapere se è stata l’incuria e/o la negligenza dell’amministrazione capitolina a generare i focolai di parassiti giunti fin dentro la tenuta presidenziale. E nemmeno se i tagli in corso nel Municipio Roma X stiano avvenendo nel pieno rispetto della normativa. Nel X Municipio di Roma Capitale si assiste da troppo tempo alla costante incapacità gestionale del verde pubblico. Di certo il presunto danno erariale conseguente alla scomparsa del patrimonio boschivo della tenuta presidenziale dovrà essere preso in considerazione dalle autorità giudiziarie, perché ciò che sta accadendo nella pineta di Castelporziano non si è davvero mai visto” – concludono.

Foto e video di Marco Simoni

canaledieci.it è su Google News:
per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie clicca su questo link digita la stellina in alto a destra per seguire la fonte.

Il Campidoglio si accorge dei pini morti sulla Colombo ma non quelli di Ostia (VIDEO)