Circoncisione pagando il ticket sanitario: delibera della Regione Lazio per fermare il “fai da te”

Roma, la circoncisione rituale si potrà fare in due strutture ospedaliere della Capitale. Amsi: "Grazie alla Regione Lazio. Era urgente tutelare tutti i bambini dai rischi di complicanze"

ospedale
Foto di archivio
Nelle ultime ore da Amsi e Co-Mai arrivano i ringraziamenti alla Sanità regionale a seguito delle delibera che autorizza l’atto della circoncisione rituale nelle strutture sanitarie del Servizio Sanitario Nazionale.
Una decisione importante e attesa che consentirà di effettuare le circoncisioni rituali presso i dipartimenti di chirurgia pediatrica di due ospedali della Capitale e tramite uno specifico codice, solo pagando un ticket sanitario e tutelando la salute dei neonati.

Roma, la circoncisione rituale si potrà fare in due strutture ospedaliere della Capitale. Amsi: “Grazie alla Regione Lazio. Era urgente tutelare tutti i bambini dai rischi di complicanze”

Un nuovo passo avanti è stato fatto nella Regione Lazio per combattere e fermare le circoncisioni rituali “fai da te” e clandestine, grazie alla delibera regionale nel Lazio che consente di effettuare le circoncisioni rituali presso i dipartimenti di chirurgia pediatrica del Policlinico Umberto I e dell’Ospedale San Camillo tramite il codice 64.0_4 pagando un Ticket sanitario.

Dopo la delibera per i medici ed infermieri stranieri grazie all’accordo Regione Lazio -Amsi, per consentire ai professionisti della sanità di sostenere i concorsi pubblici senza l’obbligo della cittadinanza italiana (l’unica criticità è la durata del contratto solo per un anno), arriva oggi la nuova delibera per consentire le circoncisioni rituali.

Una grande possibilità di prevenzione per i rischi di complicanze collegata a questa pratica effettuata clandestinamente in percentuale elevatissima, ben il 40% di quelle che si fanno in Italia (circa 8500 su 15mila complessive all’anno) e che crea problemi al 15% dei bambini che nei primi mesi di vita vi vengono sottoposti.

Secondo i dati diffusi da Amsi l’Associazione medici di origine straniera in Italia, e Co-Mai,  la Comunità del mondo arabo in Italia, ci sono infatti più di 15mila richieste all’anno di circoncisione, che vengono effettuate in Italia da Musulmani e oltre 6mila nei paesi di origine araba durante il periodo delle feste, per motivo di prevenzione e non solo culturale e religioso.

Una pratica che può essere rischiosa per i neonati e che aveva portato l’Amsi a proporre alcuni anni fa, di autorizzare l’atto della circoncisione rituale nelle strutture sanitarie. Subito grazie alla collaborazione dell’Associazione medici di origine straniera e l’Asl Roma F venne inaugurato un ambulatorio per circoncisione rituale a Civitavecchia. Ora la “struttura” per la tutela su questo fronte è divenuta più ampia grazie alla delibera regionale che autorizza le circoncisioni presso due dipartimenti di chirurgia pediatrica.

“Il costo in privato va da 2mia a 4mila e da 25 a 50 euro per la circoncisione clandestina – spiegano da Amsi -. Il 99% delle famiglie musulmane lo vuole fare nei primi mesi e quindi è veramente urgente tutelare tutti i bambini e in tutte le regioni italiane. Ringraziano la Regione Lazio e l’Assessore alla Sanità Alessio D’amato per aver ascoltato tutte le proposte lanciate in questi anni nel campo della sanità assistenza sanitaria dell’integrazione e della cooperazione internazionale – proseguono -. Per questo ribadiamo la nostra richiesta di inserire l’atto della circoncisione nel SSN in tutte le regioni italiane come hanno già fatto alcune regioni accogliendo il nostro appello ed inserendo le nostre statistiche nelle delibere” –  ha concluso il Presidente della Comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai) e dell’associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) Foad Aodi nonché membro della commissione della Salute Globale Fnomceo.

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