Mister ok, è pronto per rilanciarsi nel Tevere: è il trentacinquesimo tuffo
Trentacinquesimo tuffo nel Tevere per augurare buon anno a Roma e al mondo. Maurizio Giuseppe Palmulli per tutti Mister Ok o Mr Okay, come lo chiamano i più intimi, l’uomo simbolo del Capodanno romano (e ormai planetario) torna a far sognare.
A settant’anni compiuti Palmulli sta facendo il conto alla rovescia per lanciarsi di nuovo sul suo speciale trampolino, il parapetto del Ponte Cavour e augurare a Roma e ai romani buon anno. Un’attesa che riempie con corse ed allenamenti coi pesi.
Capelli lunghi biondi, gli orecchini a cerchietto, tatuaggi sulla schiena, Mister Ok, nato a Castro Pretorio e adottato da Ostia, non teme le acque del Tevere, fredde e assai poco trasparenti.
Il suo nomignolo se l’è guadagnato sul campo, anzi coi tuffi gelidi nel Tevere. E gli deriva dall’italo-belga Rick De Sonay, che ha iniziato la tradizione dei tuffi nel Tevere nel 1946 e che alla fine di ogni impresa rivolgeva il segno ok per rassicurare gli spettatori.
“L’ho conosciuto da bambino. Avrò avuto 10 anni – racconta Palmulli – Ricky faceva le cozze sotto al pontile. Per noi era un divertimento andare sotto agli scogli e portargli le cozze. Ho saputo nel crescere che stava male e allora ho deciso di prendere io il timone della tradizione da lui lanciata. Prima c’era giusto qualche romano che si lanciava in piena estate. Un bagno alternativo”. (leggi qui)
Una tradizione fatta sua. Per 34 anni alle 12 del giorno di San Silvestro (a giorni scatterà il 35°), dopo il colpo di cannone sparato dal Gianicolo, Maurizio Giuseppe Palmulli – 5 figli e 6 nipoti – fa spettacolo col suo tuffo nel fiume. E’ a lui che il sindaco Gianni Alemanno ha consegnato una medaglia ricordo con la scritta “custode del Tevere”. Ed è a lui che Paolo Sorrentino ha riservato un ruolo ne “La Grande Bellezza”, nel suo affresco felliniano dell’Urbe.
Quando sale sulla balaustra ci sono almeno una trentina di tv di tutto il mondo pronte a immortalarlo. E’ il suo momento di gloria. Ma non il motore che lo spinge ogni anno a tornare a sfidare le temperature e rischi.
“Forse all’inizio ci sarà stato pure un po’ di fanatismo a spingermi, ma ora non devo dimostrare più nulla. Lo faccio per convinzione, per tradizione, per buon auspicio, per augurare buon anno a tutti i romani. Quando esco dall’acqua tutti mi toccano, dico che porta bene toccare l’acqua del Tevere“, spiega Mister Ok.
Il primo gennaio del 1989 così mi sono presentato. “Voglio tuffarmi anche io. Mi hanno risposto: ‘Prima gli ospiti’. E’ andata così la prima volta”, aggiunge Mister Ok.
“Ogni anno mi seguono circa diecimila persone, nel Tevere l’anno scorso c’erano un centinaio di canoe, più di mille bambini. Sono la mia adrenalina. L’augurio a Roma è diventato all’Italia e poi al mondo“.
Palmulli non precisa quando smetterà ma sa che comunque la tradizione non si fermerà con un suo stop: ha tre “allievi” tuffatori che lo seguono e promettono bene. Simone Carabella e Walter Sghirra hanno tredici tuffi di Capodanno alle spalle, un terzo, Marco Fois, ventitrè.
Palmulli, intanto, non molla. Non lo ha fermato neanche la pandemia (leggi qui). Come dice lui, va avanti. Tra un tuffo nel Tevere, un bagno a Ostia e comparsate nel cinema. Ora sta lavorando nella nuova stagione di Suburra.
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