Roma, dipendenti in nero e 14 tonnellate di cibo avariato: 3 cinesi denunciati

Oltre alla multa e alla denuncia dei cittadini asiatici, come sanzione accessoria è stato requisito anche il capannone dove era stipato il cibo avariato

Roma: la polizia di stato, durante un servizio di pattugliamento ha denunciato 3 cittadini cinesi e sequestrato 14 tonnellate di cibo conservati in pessime condizioni igienico-sanitarie. Per loro, oltre a una maxi-multa e alla denuncia, è scattata anche la confisca del capannone dove erano stipati gli alimenti.

Oltre alla multa e alla denuncia dei cittadini asiatici, come sanzione accessoria è stato requisito anche il capannone dove era stipato il cibo avariato

I fatti sono avvenuti nella giornata di sabato scorso, 17 dicembre, a Ponte Galeria, zona Roma Sud.

Ad entrare in azione sono stati gli agenti dell’XI Distretto San Paolo, in coordinamento con personale del Reparto Prevenzione Crimine Lazio, dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico e della Asl Roma 3.

Dal controllo del capannone, sono state scoperte le magagne di un vero e proprio “capannone da incubo”, una attività gestita dai cittadini cinesi, dove è stata riscontrata anche la presenza di lavoratori in nero, clandestini.

I dipendenti dell’attività erano abusivi ed illegali nel territorio nazionale e lavoravano senza contratto in un ambiente putrido, in pessime condizioni, con il cibo che era preparato tra feci di ratti e volatili.

In accordo con la locale Procura, i poliziotti hanno denunciato i 3 titolari, sequestrato circa 6000 euro, probabile provento dell’attività, il capannone stesso e le derrate alimentari; i 4 cittadini stranieri irregolari sul territorio nazionale sono stati inoltre accompagnati presso gli uffici di polizia per le determinazioni del caso.

Gli ispettori della ASL hanno infine adottato un provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale, nei confronti degli indagati, per il riscontro di gravissime violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.

Gli indagati sono da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell’attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.

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