Aveva un sogno nel cassetto Zoea, nome di fantasia, quando ha deciso di denunciare la nonna per realizzarlo: voleva studiare, andare a scuola, vestirsi come le altre teenagers.
La nonna aguzzina ora è a processo per induzione alla prostituzione minorile e maltrattamenti
La nonna, invece, ne aveva immaginato un altro: la costringeva a prostituirsi dietro al campo di via Tiburtina anche per 400 euro a incontro e nel frattempo l’aveva già data come promessa sposa a un sessantenne. Il matrimonio doveva essere celebrato a 14 anni compiuti.
La denuncia, l’arresto della donna eseguito dai carabinieri e ora l’apertura del processo a carico della nonna aguzzina.
Ha dovuto superare più soglie del dolore Zoea per darsi una possibilità: ora è stata affidata a una famiglia e i suoi compagni di avventura sono i libri non uomini vogliosi.
Mentre la nonna, che esercitava su di lei e sui fratelli la patria potestà dopo la morte dei genitori, è finita sotto processo con le accuse di maltrattamenti e induzione alla prostituzione minorile.
“Era la nonna che prendeva accordi per gli incontri, era lei che prendeva soldi. Poi per paura che scappassi attendeva dietro a un cespuglio”, ha raccontato la ragazzina in più audizioni protette a piazzale Clodio.
La denuncia
I fatti risalgono a tre anni fa, l’autunno 2018. Per riuscire a fuggire dalla nonna la ragazzina aveva chiesto aiuto al portiere di un palazzo che si trovava vicino alla sua scuola: gli aveva raccontato dei maltrattamenti e lui aveva cercato di aiutarla, dandole del denaro e spingendola a denunciare.
La tredicenne si è rivolta ai carabinieri. Ha detto di essere stata picchiata molte volte, anche con un bastone.
La nonna, infatti, la riteneva disubbidiente per quel desiderio di vivere come le altre adolescenti: indossare jeans, truccarsi, studiare. Pretendeva, invece, che la nipotina rubasse e portasse soldi a casa.
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