Maxi-retata contro la ‘Ndrangheta: 78 arresti, colpito anche il clan Spada. Ecco chi sono

Maxi-Retata all'alba di martedì in più regioni italiane. Due tra gli arrestati sono membri del clan Spada

Alba infuocata questa di martedì 13 dicembre per una maxi-retata messa in atto in più regioni italiane da parte dei carabinieri nelle prime ore della giornata odierna, un colpo duro per la ‘Ndrangheta, con un totale di 78 arresti, tra questi, 2 sono affiliati al clan Spada, che era stato intaccato anche nell’ultimo periodo (leggi qui).

Maxi-Retata all’alba di martedì in più regioni italiane. Due tra gli arrestati sono membri del clan Spada

Sono ancora in corso in queste ore due distinte operazioni, una partita dai carabinieri calabresi di Gioia Tauro e l’altra da quelli bresciani, contro la celebre cosca mafiosa della ‘Ndrangheta.

Al momento risultano destinatari di provvedimenti cautelari 78 persone in tutta Italia tra tutti e due i blitz.

I provvedimenti restrittivi sono di vario tipo e vanno dalla detenzione in carcere agli arresti domiciliari, più alcuni obblighi di dimora.

Nel dettaglio tra gli arrestati dell’operazione “Blu Notte”, condotta dalla Direzione Distrettuale antimafia, in totale sono state emesse 65 misure cautelari: di questi 47 sono stati portati in carcere, 16 ai domiciliari – più 2 obblighi di dimora, oltre al sequestro di una ditta attiva nello sfruttamento delle risorse boschive per un valore di 700mila euro.

In un filone collegato, quello della operazione “Ritorno” condotta dai Ros di Brescia, sono stati emessi altri 13 arresti, di cui 12 in carcere ed 1 ai domiciliari, per, appunto, un totale di 78 misure cautelari a carico di persone situate in 16 diverse province d’Italia. 

I due affiliati al clan Spada che sono stati arrestati  sono Ramy Serour, 32 anni, che aveva intessuto rapporti all’interno del carcere di Lanciano con esponenti della cosca calabrese, segnatamente con il capoclan Umberto Bellocco, durante un soggiorno comune per scontare misure cautelari.

Il secondo membro affiliato agli Spada risponde al nome di Gioacchino Bonarrigo, 38 anni, che a seguito dell’alleanza mafiosa di cui sopra, si era occupato, tra la metà del 2019 e tutto il 2020, di smistare materialmente il traffico di droga dalla Calabria fino al Lazio, per rifornire le piazze di spaccio di Ostia, Anzio e Nettuno.

Proprio in prigione difatti era nata l’alleanza mafiosa tra la cosca Spada e quella dei Bellocco, con accordi sottobanco dove erano stati spartiti i territori di influenza e stabiliti gli ambiti di intervento, tutto all’interno della prigione dove alcuni degli esponenti delle rispettive cosche stavano scontando misure cautelari.

Pianificato il traffico di cocaina, con lo stupefacente che dalla Calabria doveva arrivare nel Lazio, risolvendo così annosi conflitti tra gli Spada e alcuni membri dei clan calabresi che avevano locali commerciali tra Ostia ed Anzio.

Oltre agli Spada, famiglia notissima nel litorale laziale e ad Ostia, sono stati colpiti dalle forze dell’ordine anche i clan Bellocco di Rosarno ed i Lamari-Larosa-Pesce della piana di Gioia Tauro.

Nel dettaglio, i Carabinieri del Ros, in collaborazione con la  Guardia di Finanza, hanno sequestrato imprese, immobili, quote di società e tutti gli indagati appartengono a famiglie criminali e gli viene imputato il reato di associazione mafiosa, porto e detenzione d’armi, concorso esterno, usura, estorsione e danneggiamento, aggravato dall’uso del metodo mafioso.

Tra i reati contestati, in un elenco chilometrico, ci sono anche associazione a delinquere e finalizzata al traffico di stupefacenti, autoriciclaggio, riciclaggio, reati tributari e frodi ai danni dello Stato.

Questi provvedimenti decisi dall’Autorità Giudiziaria hanno determinato come detto il sequestro di una ditta di copertura, ufficialmente dedita al taglio alla trasformazione ed al trasporto del legno, che era utilizzata per favorire le attività criminali della cosca.

Per quanto concerne il filone “bresciano”, oltre alle persone arrestate, anche qui c’è stato il sequestro preventivo di beni immobili e liquidità pari a oltre 4 milioni di euro, perchè ritenuti profitto di reati commessi riguardo alle imposte sui redditi e sull’Iva.

Ricostruiti anche gli interessi della cosca Bellocco di Rosarno, una delle più influenti all’interno della ‘Ndrangheta: narcotraffico, estorsioni, controllo delle attività commerciali, traffico di armi tutto nella piana di Gioia Tauro e nei comuni di San Ferdinando e Rosarno. Anche dopo la morte del 22 ottobre scorso del “Grande Capo” Umberto Bellocco, deceduto in carcere. Tutto andava avanti. Fino ad oggi.

Focus sui rapporti tra i clan Spada e Bellocco

Come accennato nell’articolo, all’interno del circuito penitenziario, la cosca Bellocco aveva stretto un’alleanza con il clan Spada di Ostia.

Tutto questo emerge dall’inchiesta “Blu notte” dei carabinieri, con la Dda di Reggio Calabria che ha monitorato nel carcere di Lanciano i movimenti del boss Umberto Bellocco detto “Chiacchiera”.

In particolare, quest’ultimo, secondo l’accusa, è entrato in contatto con alcuni esponenti degli Spada. Tra questi c’è Ramy Serour di 32 anni che, una volta uscito dal carcere di Lanciano, dopo aver curato l’acquisto dei telefoni cellulari destinati a Bellocco, li ha consegnati a un altro detenuto il quale, approfittando del suo status di semilibero, li ha portati all’interno del penitenziario.
Assieme al fratello Samy, di 34 anni, il gip ha disposto l’arresto di Ramy Serour che, in un’intercettazione del 26 settembre 2019 a un suo interlocutore racconta come i collegamenti tra i Bellocco e gli Spada siano iniziati all’interno del carcere: “La verità frà, la verità! Oggi io sono stato invitato ad un tavolo, eravamo diciassette persone, tutti… la ‘ndrangheta!”.
L’accordo con gli Spada ha riguardato pure i traffici di cocaina effettuati dalla Calabria verso il litorale romano e la risoluzione di situazioni conflittuali tra il clan laziale e alcuni calabresi titolari di attività commerciali nelle aree urbane di Ostia ed Anzio.

Nel corso delle indagini è emerso il tentativo di vendita di una consistente partita di cocaina da parte del clan Bellocco in favore di narcotrafficanti di Ostia esponenti degli Spada.

Ed ecco che a questo punto, per conto dei calabresi, a condurre le trattative con il clan romano sarebbe stato Gioacchino Bonarrigo, di 38 anni, anche lui arrestato nell’operazione di stamattina.

Bonarrigo, ex latitante arrestato nel 2017 ad Amsterdam, si sarebbe recato più volte a Ostia per incontrare esponenti degli Spada che voleva rifornire con la droga importata dall’estero.

Ricordiamo ai lettori che la posizione dei soggetti raggiunti dai provvedimenti restrittivi è quella di indagati e che le prove si formano nel corso del processo. Fino al terzo grado di giudizio un indagato non può essere considerato colpevole.

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