Netturbini vampiri, “succhiavano” gasolio per rivenderlo. Maxi processo in vista

Tutte le tecniche usate da un gruppo di netturbini per rubare gasolio e fare il pieno a spesa di Roma Capitale 

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Netturbini di Ama al lavoro

Invece di pulire le strade, svuotavano i serbatoi. E’ durante il turno di lavoro che un gruppo di netturbini di Ama aveva studiato come lavorare meno e guadagnare di più. Bastava portare i mezzi della municipalizzata in depositi e poi con la tecnica del succhio svuotavano i serbatoi per rivendere il carburante a privati, che lo compravano sottocosto.

Tutte le tecniche usate da un gruppo di netturbini per rubare gasolio e fare il pieno a spesa di Roma Capitale

Questa era solo una delle tante tecniche per derubare l’azienda adottate per mesi a partire dal maggio 2021. C’era anche chi faceva direttamente il pieno alla propria auto a spese di Ama o chi, con la complicità di benzinai complici prosciugava le carte prepagate della municipalizzata destinate al rifornimento di mezzi aziendali e furgoncini.

Ora in 25 rischiano di ritrovarsi insieme a processo. I dipendenti Ama, per lo più, con l’accusa di associazione a delinquere e peculato.

Benzinai e privati compiacenti per ricettazione. Il pm Carlo Villani, titolare dell’inchiesta, ha appena firmato una richiesta di rinvio a giudizio. Sarà a fine febbraio il gup a decidere  se, chi e con quale reato portare alla sbarra. (leggi qui)

Secondo la ricostruzione della procura il succhio di carburante sarebbe avvenuto per lo più nella sede dell’associazione sportivo-dilettantistica Tiro al Volo, in via di Lunghezzina. La base logistica si sarebbe poi spostata in un deposito in via Poggio Sannita e quindi in un altro magazzino in via della Tenuta del Cavaliere.

Furti e depistaggi

Un’organizzazione con ruoli e compiti. C’era un capo organizzatore delle razzie, chi depredava i mezzi, chi contattava i fornitori a cui rivendere le centinaia di litri di gasolio rubati.

E persino chi per depistare le indagini danneggiava i fusibili o i freni dei furgoncini, in modo tale che nessuno avrebbe potuto utilizzare i mezzi e quindi rendersi conto del furto messo in atto (“je famo er fusibile e rientri”, “stamo a taglià e fili dei freni”).

Il danno

Tra i 15 dipendenti Ama a rischio processo in 7 sono accusati di avere usato a proprio piacimento le tessere carburante messe a disposizione dall’Ama.

Un indagato è accusato di aver alleggerito la card di oltre 100mila euro, un altro per 97mila.

Chi invece si era limitato a fare i pieni della propria autovettura a spese di Roma Capitale aveva sottratto meno, circa 30mila euro.

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