Bimba in coma vegetativo, denunciata teste chiave del processo

Dopo l'investimento della bimba fuori dall'asilo la test avrebbe fornito dichiarazioni diverse rispetto a quelle rilasciate in aula

I genitori della piccola Lavinia Montebove, la bimba investita nel parcheggio di un asilo di Velletri a 16 mesi nel 2018 e da allora in stato vegetativo, hanno denunciato per falsa testimonianza una dei testi chiave del processo chiamati della difesa, la mamma di un altro bimbo e nota commerciante del posto.

Dopo l’investimento della bimba fuori dall’asilo la test avrebbe fornito dichiarazioni diverse rispetto a quelle rilasciate in aula

La falsa testimonianza sarebbe stata resa nel procedimento che vede imputate la maestra dell’asilo accusata di abbandono di minore e l’investitrice della piccola Lavinia che deve rispondere del reato di lesioni colpose gravissime (leggi qui) per averla centrata in retromarcia senza rendersene conto.

La notizia arriva a pochi giorni dalla prossima udienza, che si celebrerà lunedì 12 dicembre, nella fase conclusiva ormai del processo.

Le incongruenze

La teste, ricordano i genitori della piccola, Massimo Montebove e Lara Liotta, avrebbe detto in aula, sotto giuramento, di essersi recata all’asilo proprio nell’orario in cui la maestra e l’investitrice, senza chiamare l’ambulanza, decidevano di portare Lavinia in ospedale.  La stessa testimone avrebbe riferito anche che la maestra col finestrino abbassato le avrebbe detto: “Vai corri”, sottointendendo in qualche modo che era successo qualcosa di grave e che c’era bisogno del suo aiuto.

Nella fase delle indagini preliminari invece la testimone non avrebbe riferito di aver incrociato la maestra.

Un dettaglio che – secondo la tesi della famiglia della piccola in coma – potenzialmente potrebbe salvare l’insegnante dalla seconda accusa di abbandono di minore, ossia quella di aver lasciato gli altri piccoli da soli all’asilo (affidati solo a una bambina di 10 anni) senza sollecitare l’intervento di altri adulti.

Le due accuse di abbandono

La maestra, infatti, non è accusata solo dell’abbandono di minore rispetto alla piccola Lavinia, ma anche di aver lasciato poi incustoditi gli altri bambini nel momento in cui avrebbe accompagnato la piccola in fin di vita al pronto soccorso senza chiamare l’ambulanza. Piccoli lasciati, come accertato dalla procura, ad una bambina di 10 anni.

L’attenta rilettura delle trascrizioni del processo – ha detto l’avvocato Cristina Spagnolo, legale della famiglia Montebove – ha evidenziato come almeno una delle testi introdotte dalla difesa della maestra abbia reso una dichiarazione totalmente divergente da quella resa dalla stessa teste in fase di indagini, subito dopo l’investimento della piccola fuori dall’asilo dove era stata lasciata sola“. Da qui la decisione di procedere alla denuncia per il reato di falsa testimonianza”.

Chiaramente – aggiunge la penalista – se la Procura, come riteniamo plausibile, riterrà fondata la denuncia della famiglia di Lavinia, le responsabilità della testimone verranno accertate in un processo.  Ma va anche detto che questa persona, se lo riterrà, potrà anche ritrattare nell’ambito del processo in corso finché non verrà chiusa l’istruttoria, usufruendo della causa di non punibilità prevista dal nostro codice penale”.

L’unico scopo della famiglia è, infatti, che dal processo emerga la verità, per ottenere giustizia“, conclude l’avvocato.

Non ci vogliono delle abilità particolari – ha detto la mamma della piccola – per recarsi in un’aula di tribunale e raccontare fandonie. Speriamo che la verità emerga“.

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