Roma, finita inchiesta sui caschi bianchi “disertori”. I sindacati: “Una pagliacciata”

La maxi-inchiesta che ha visto coinvolti oltre 800 caschi bianchi relativamente alla presunta "diserzione" nella notte di Capodanno 2015 è stata archiviata con un nulla di fatto

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Roma: si è definitivamente concluso, con le ultime sette posizioni cadute in prescrizione, il misterioso capitolo relativo alla maxi-inchiesta susseguente alla notte di Capodanno 2015 che vide alla sbarra oltre 800 caschi bianchi Romani, accusati a vario titolo di aver “disertato” il servizio.

La maxi-inchiesta che ha visto coinvolti oltre 800 caschi bianchi relativamente alla presunta “diserzione” nella notte di Capodanno 2015 è stata archiviata con un nulla di fatto

Vennero definiti” Fannulloni”, “vigliacchi di Stato”, “ribelli”, così titolarono al tempo le testate nazionali, imbeccate dalle ricostruzioni di parte, fornite per motivi politici dall’allora Sindaco di Roma Ignazio Marino. A carico dei “vigili ribelli”, vennero aperte indagini penali, disciplinari ed amministrative su oltre 800 posizioni in quello che fu un vero e proprio clima da caccia alle streghe.

Praticamente silenziata la posizione dei Sindacati, che spiegava come, la presunta “rivolta”, altro non fosse che una legittima astensione dei lavoratori dallo straordinario – che non era obbligatorio per legge -, dovuta all’unilaterale azzeramento del Contratto decentrato di Lavoro, arrogantemente operato dall’allora Sindaco di Roma.

Sul tema, al termine dell’inchiesta, oggi, 25 novembre, è intervenuto al riguardo il Segretario Nazionale della UGL-PL Sergio Fabrizi con le seguenti dichiarazioni: “ La conclusione in un nulla di fatto di una vicenda che ha visto coinvolte tra indagini interne, procedimenti disciplinari e processi penali, oltre 800 persone, mette definitivamente la parola fine a quella che fu una vera e propria pagliacciata mediatica, messa in piedi, come la storia successiva insegna, al solo fine di distrarre l’opinione pubblica dall’incapacità Gestionale della Giunta Marino e dai problemi interni della sua maggioranza che di lì a poco, arrivò a sfiduciarlo davanti ad un notaio. Resta solo il discredito gettato su un intero Corpo di Polizia Locale, che pur tra mille difficoltá si è sempre distinto per il proprio spirito di servizio alla comunitá, come nel caso del terremoto dell’Aquila o di Amatrice ma sebbene in ritardo, la veritá prima o poi, viene sempre a galla”.

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