Mazzette e appaltati pilotati a Guidonia: nove condanne

Tra le mazzette contestate quella dell'ex sindaco facente funzioni, Di Palma: 50mila euro. La pena 8 anni e mezzo

L'ingresso della procura di Tivoli

Nove condanne e una assoluzione. Si è chiuso oggi, venerdì 25 novembre, al palazzo di giustizia di Tivoli il processo di primo grado per la cosiddetta “mafia bianca” di Guidonia. A processo dirigenti comunali, ex politici e piccoli imprenditori per presunte mazzette riguardanti appalti fantasma o manovrati.

Tra le mazzette contestate quella dell’ex sindaco facente funzioni, Di Palma: 50mila euro. La pena 8 anni e mezzo

La Corte presieduta da Nicola Di Grazia ha riconosciuto l’accusa di associazione per delinquere finalizzata, a vario titolo, alla corruzione, peculato, truffa e falso. Tra le condanne più severe quella a 8 anni e 6 mesi riservata all’ex vicesindaco ed allora sottufficiale della Guardia Finanza Andrea Di Palma a cui era stato contestato di aver incassato una mazzetta da 50mila euro.

Per Di Palma anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, l’incapacità di trattare con la pubblica amministrazione per 4 anni la confisca della somma già sequestrata dalla guardia di finanza – i 50mila euro – oltre al pagamento di altri 50mila euro al comune come risarcimento economico. Viene invece assolto da un altro episodio di corruzione.

Tra le altre condanne quella dell’ex dirigente Gerardo Argentino, accusato di finte commesse, associazione a delinquere, peculato, corruzione e falso, condannato a 6 anni e 8 mesi, oltre alla interdizione  perpetua dai pubblici uffici, licenziamento dall’impiego presso il comune di Guidonia e al quale vengono confiscati 103.134 euro.

Con lui, condannato anche l’impiegato Michele Maccaroni, punito per gli stessi reati a 9 anni e 6 mesi, oltre al licenziamento dal posto di lavoro, l’interdizione dai pubblici uffici, l’incapacità di trattare per 4 anni con la pubblica amministrazione ed al quale sono stati confiscati 103.134 euro ed obbligato a pagare al comune di Guidonia come forma di risarcimento la cifra di 86mila euro.

Tutti e due erano appartenenti all’Ufficio ambiente.

Sanzionato anche Andrea De Felice, all’epoca consulente del Comune di Guidonia, condannato a 2 anni 11 mesi e 15 giorni per peculato, con interdizione dai pubblici uffici per 1 anno e risarcimento a favore del comune di 7.629 euro.

L’ex segretaria generale Rosa Mariani, condannata per associazione a delinquere ed accusata di omesso controllo sugli atti è stata, invece, condannata a 4 anni ed interdetta per 5 anni dai pubblici uffici ed impossibilità di trattare con l’amministrazione pubblica per 4 anni. Pene minori per un altro impiegato e per alcuni imprenditori.

Gilberto Pucci, ex dirigente del comune di Guidonia Montecelio, condannato per corruzione a 2 anni e 6 mesi, oltre all’impossibilità di contrattare con la pubblica amministrazione per 4 anni, confiscati euro 6.500 euro, viene assolto dal reato di associazione a delinquere.

Matteo Lombardi, già consulente del comune di Guidonia, condannato per peculato a 2 anni 11 mesi e 15 giorni, l’interdizione dai pubblici uffici per 1 anno, risarcimento in denaro pari a 12.333 euro a favore del comune stesso.

Fracesco Dei, imprenditore, condannato per il reato di corruzione e quello di indebita induzione ad 1 anno e 4 mesi con il beneficio della pena sospesa e la contestuale confisca dei 15mila euro sequestrati.

Antonio Sisti, dipendente d’impresa, condannato a 2 anni e al quale sono stati confiscati 6.500 euro

Condanne che si vanno a sommare ad altre cinque inflitte col giudizio abbreviato celebrato in precedenza.

Le indagini patrimoniali svolte hanno permesso di sottrarre agli imputati l’ingente patrimonio pari  a 250mila euro, mentre un totale di altri 800mila sono stati sequestrati nell’ambito di un troncone dello stesso procedimento volto a svelare le condotte che gettavano discredito sul comune colpito e che si vedeva privato di risorse pubbliche.

Tante condanne e una sola assoluzione

L’ex funzionario municipale Maurizio Rocchi l’unico assolto e con formula piena dai reati di peculato e falso (per cui la Procura aveva invece chiesto la condanna).

Il caso era esploso nella primavera 2017 quando la procura guidata da Francesco Menditto aveva fatto scattare l’ordinanza di custodia cautelare per 15 persone, 12 in carcere e 3 ai domiciliari. Ad operare la guardia di finanza, il I e II Gruppo, nonché il nucleo di Polizia tributaria.

Tra i politici finiti in manette Andrea Di Palma dal 2014 sindaco facente funzioni dopo l’arresto dell’allora primo cittadino Eligio Rubeis (che era finito in manette per un altro filone di inchiesta più marginale).

Di Palma era accusato di aver intascato da due imprenditori 50 mila euro in contanti nell’autunno del 2016 e poi sequestrati in un controllo che la Finanza ha finto casuale. Il sindaco facente funzioni avrebbe intascato la maxi bustarella per garantire l’assegnazione diretta di un appalto da tre milioni di euro per il trasporto pubblico e scuolabus.

I legali di tutti gli imputati condannati, però, sono pronti a ricorrere in appello e a provare la loro innocenza. La condanna, infatti, si può ritenere definitiva solo dopo il giudizio della Cassazione.

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