Avvocato minacciato col machete, condannati tre stalker

I tre stalker sono attualmente detenuti: perseguitavano il penalista perché non volevano lasciare la loro "piazza"

Condanne tra un anno e 8 mesi e due anni per gli stalker che per mesi hanno perseguitato un noto penalista di Roma, l’avvocato Giovanni Ferrari, tormentandolo fuori dal suo studio, al Pigneto, per sentirsi liberi di ubriacarsi e fumare droghe. Le condanne sono state emesse oggi, 23 novembre, col rito abbreviato dal giudice Rosalba Liso.

I tre stalker sono attualmente detenuti: perseguitavano il penalista perché non volevano lasciare la loro “piazza”

I tre uomini, di nazionalità gambiana e senegalese, erano finiti in manette dopo le ripetute denunce del legale che era stato minacciato di morte con un machete ma anche aggredito fuori dal portone dal suo studio, al Pigneto, proprio perché in passato aveva invitato un gruppo di tossicodipendente e malintenzionati, tra cui dei pusher, ad allontanarsi.

I tre uomini sono poi finiti in carcere ad aprile dopo aver ripetutamente violato il divieto di dimora nel Comune di Roma imposto dal giudice, in seguito alle denunce del penalista. (leggi qui).

L’avvocato Ferrari si è costituito parte civile nel processo assistito dalla collega Eleonora Piraino. Il risarcimento sarà stabilito davanti al giudice civile.

Minacce e persecuzioni

La prima denuncia dell’avvocato del Pigneto risale al 17 febbraio: “Mi avevano tirato una cipolla in faccia” racconta.

“Il 19 marzo, giorno della festa del papà mi hanno aggredito di nuovo. Ero con la mia famiglia e avevo accompagnato mio padre a vedere studio. Li ho trovati lì a bivaccare come al solito. Gli ho chiesto di andarsene, di lasciarci in pace, ma erano molto ubriachi, mi hanno aggredito e minacciato di morte. E pensare che in passato aveva anche aiutato alcuni procurandogli abiti e qualcosa da mangiare”.

“Io faccio volontariato per i clochard, assisto per lavoro i pusher”, ci tiene a chiarire l’avvocato Ferrari, “non ce l’ho con loro, specificatelo. Ce l’ho chi commette reati  e prepotenze in quel pezzetto, con chi mi aggredisce e non si sposta”. 

La sentenza

Aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza per comprendere le ragioni per le quali è stata irrogata una pena non particolarmente rigorosa – ha commentato l’avvocato Eleonora Piraino – In verità è stato accertato che i fatti sono gravi: un uomo è stato minacciato di morte con un machete, che è un simbolo forte e preciso nella cultura africana che rende gli autori del reato ben consapevoli della loro azione”.

Un uomo – ha aggiunto – che ha visto minacciare di morte suo figlio di soli 3 anni, un avvocato penalista che non ha potuto esercitare la sua professione per mesi e che è stato costretto a cambiare abitudini di vita sue e della sua famiglia per paura che quelle persone portassero a compimento le loro minacce”.

Comunque – ha concluso – è importante che sia emersa la verità e, quindi, la colpevolezza degli imputati e che sia stata restituita dignità al collega Ferrari“.

L’avvocatessa Piraino ha quindi rivolto un plauso a tutto l’apparato giudiziario “che è prontamente intervenuto e che in soli 9 mesi è giunto alla sentenza di primo grado”.

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