Arrestati gli usurai di Centocelle e del Pigneto, due cinquantenni, conoscenti ma non in affari tra loro. Prestavano soldi a strozzo pretendendo in cambio interessi da capogiro, fino al 200 per cento, con restituzioni a base settimanali o mensili. Uno ora è ai domiciliari ad Albano, l’altro nel frusinate.
I due usurai ricevevano i clienti seduti nei bar: una ventina le vittime accertate
Le vittime pizzaioli, carrozzieri, capifamiglia entrati in crisi economica con la pandemia. Chiedevano mini prestiti dai cinquecento ai cinquemila euro ritrovandosi però indebitati più di prima oltre che sotto minaccia.
Gli usurai, arrestati ieri dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma su richiesta di arresto del procuratore aggiunto Giovanni Conzo, avevano taglieggiato almeno 8 persone, facendosi promettere interessi usurai fino al 202% annuo mentre nei confronti di altri 13 beneficiari avevano esercitato abusivamente l’attività finanziaria, sempre tramite prestiti prezzolati.
Ricevevano i clienti al bar
I due arrestati pur esercitando nel quadrante est di Roma, non abitavano più nella zona dove però erano conosciuti proprio per la loro professione di usurai a cui si dedicavano a tempo pieno. Quindi a Centocelle e al Pigneto arrivavano proprio chi da Albano e chi da Alvito all’unico scopo di gestire gli affari.
I loro “sportelli bancari” i tavoli di più bar e un rassicurante “passaparola” come forma pubblicitaria.
Sulla base degli elementi di prova raccolti, il gip del tribunale di Roma, ha ritenuto raggiunta a loro carico la gravità indiziaria in ordine ai delitti contestati, stroncando così due giri dell’odiosa pratica criminale che tende a far ottenere ingenti guadagni sfruttando lo stato di bisogno di persone in grave difficoltà.
Nel corso delle perquisizioni effettuate presso le abitazioni degli indagati sono stati, inoltre, sequestrati 3.000 euro in contanti e due orologi di grande valore.
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