Fratellì aveva violato l'obbligo di dimora a Roma comprando pane e salame a Fiumicino
I fan, i follower, gli ammiratori tutti di Fratellì potranno tirare un sospiro di sollievo. Scongiurati gli arresti domiciliari per l’influencer romano stranoto per la sua battuta-ritornello “Ho preso il muro Fratellì”. Il tribunale delle misure di prevenzione ha respinto l’aggravamento della misura per Algero Corretini, nome d’arte 1727 Wrldstar, l’influencer super tatuato e amante delle supercar stranoto come Fratellì.
Per le tre giudici che hanno valutato il caso non c’erano i presupposti per concedere l’aggravamento della misura che prevedeva per Fratellì la revoca dell’obbligo di dimora a Roma alla reclusione ai domiciliari (leggi qui) e per cui lunedì mattina si è dovuto presentare a piazzale Clodio, vestito elegantissimo per giunta.
A mettere nei guai l’influencer era stato un panino col salame. Nell’aprile del 2021 Fratellì, che di certo non passa inosservato, era salito su una delle sue Jaguar per andare a comprare pane e dei salumi al vicino supermercato Conad interno al centro commerciale Parco da Vinci, a pochi minuti di distanza, ma – purtroppo per lui – sconfinante nel vicino comune di Fiumicino.
Uno sconfinamento che poteva costare caro all’influencer. Il tribunale però, accogliendo in pieno le motivazioni del difensore di Fratellì, l’avvocato Salvatore Sciullo, non ha ritenuto che la deviazione fosse così grave.
“Si ritengono non di spiccata rilevanza le violazioni denunciate che peraltro non rappresentano un sintomo di aggravamento della pericolosità specifica posta a base sella misura di prevenzione attualmente in corso”, ha scritto la giudice che ha scritto la motivazione.
“Rilevato – ha aggiunto la giudice – in particolare che il supermercato Conad sito all’interno del parco commerciale Da Vinci nel Comune di Fiumicino in cui Corretini si è recato è collocato in una zona contigua e vicina all’abitazione del Corretini come evidenziato dalla documentazione prodotta dalla difesa”.
Per il tribunale la richiesta avanzata dalla procura non poteva essere accolta anche perché “non era stato indicato alcun elemento o circostanza da cui desumere la ricorrenza di gravi esigenze di ordine e sicurezza pubblica o la ripetuta violazione di obblighi inerenti la misura di sorveglianza“.
L’aggravamento era stato richiesto anche perché il 24 aprile scorso Fratellì si era ritrovato minacciato nell’atrio della sua abitazione tanto che un soggetto gli aveva esploso “al suo indirizzo colpi di arma da fuoco verosimilmente con una pistola a salve modificata”.
Per il pane e salame insomma è stato “perdonato” dal tribunale perché non avrebbe commesso nulla di grave, per le minacce ricevute era addirittura “vittima”.
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