I furti erano sistematici: la procura intende accertare se ci siamo state omissioni nella vigilanza
I furti di gasolio avvenivano per lo più con la tecnica del “succhio”. Bastava inserire un tubo nel serbatoio dei mezzi e aspirare, riempiere una tanica e portare a casa quanto rubato. E’ con queste accuse che giovedì 6 ottobre 4 dipendenti di Ama sono finiti in manette nell’ambito di una operazione della procura di Roma che ha portato all’arresto di 7 persone e alla denuncia a piede libero di 25 indagati (leggi qui). Ora la procura punta ad ascoltare i dirigenti per accertare le modalità dei controlli anti-furti.
Furti sistematici frutto di una prassi ormai consolidata, è emerso dalla carte giudiziarie. Invece di pulire la città, durante il turno notturno, il gruppoetto di netturbini guidava furgoni e camion dell’Ama in un deposito per svuotarne il serbatoio. Carburante che poi veniva rivenduto sottoprezzo.
Una prassi che non si è fermata nemmeno quando la municipalizzata romana dei rifiuti ha avviato una serie di accertamenti interni. Verifiche che, secondo gli inquirenti, potrebbero essere state carenti, tanto che ora funzionari e dirigenti che avrebbero dovuto vigilare potrebbero finire sotto indagine di fronte alla Corte dei Conti.
Nel primo pomeriggio di ieri, lunedì 17 ottobre, intanto, per fare un punto sui mancati riscontri sui furti il pm Carlo Villani, titolare del fascicolo nel quale si ipotizza l’associazione a delinquere a carico dei netturbini infedeli, ha ascoltato il direttore generale della municipalizzata, Andrea Bossola.
Il manager non è indagato ed è completamente estraneo ai fatti, ma è stato sentito come persona informata sul sistema dei controlli e non è escluso che vengano ascoltati anche i suoi predecessori.
Le contestazioni, infatti, abbracciano l’arco temporale tra il 2017 al 2021 in vari distaccamenti e Bossola si è insediato solo ad aprile 2022.
A inchiodare indagati e arrestati durante le indagini anche le intercettazioni: “Come quando pagavo tanto de mutuo ed ero obbligato a annà a fa il doppio lavoro ” si sente dire un una traccia audio. E poi in un’altra: ” Non te butti malato e non te piji e ferie, tutti i giorni sto a venì”, si lamentavano i dipendenti mentre rubavano.
Ad ogni modo, secondo gli investigatori, il colpo grosso sarebbe avvenuto facendo entrare i camion nella sede del circolo di Tiro al volo con i serbatoi pieni di benzina per farli uscire con pochi litri.
E poi, il colpo più meschino: danneggiare i fusibili o i freni, in modo tale che nessuno avrebbe potuto utilizzare i mezzi e quindi rendersi conto del furto messo in atto (“je famo er fusibile e rientri”, “stamo a taglià e fili dei freni”).
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