Il 21 aprile scorso Marco Simoncini, il direttore del II municipio, ha comunicato la chiusura dell’ufficio anagrafe di piazza Grecia per lavori straordinari urgenti. Da quel giorno, però, di cantieri al Villaggio Olimpico non se ne sono mai visti.
Le motivazioni sono emerse dopo sei mesi di stop ma ancora non è chiaro se i lavori saranno iniziati e terminati entro fine anno
Dal 21 aprile ad oggi, quindi da quasi sei mesi, l’ufficio anagrafe del II Municipio, uno dei più facoltosi, della Roma bene, a Piazza Grecia, zona nord della Capitale, è chiuso per lavori straordinari urgenti, che però a quanto pare di urgente non hanno nulla, in quanto per motivi imprecisati, nonostante i cartelli affissi all’esterno, non partono.
Dunque dalle parti del Villaggio Olimpico, come a Parioli e Flaminio, per i servizi base al cittadino tutto langue, dalle carte di dentità, ai rinnovi o servizi anagrafici di prossimità di ogni tipo, tutto è fermo, tutto langue tristemente e in modo preoccupante.
Il tutto creando un aggravio pesante al carico di lavoro degli altri uffici anagrafici, da via Catania a Via Goito, che sono nelle immediate vicinanze ma obbligano comunque gli utenti a un trasloco forzato dai propri quartieri per le proprie necessità di questo tipo.
A piazza Grecia 23 tutto tace, nonostante le tre commissioni lavori pubblici che dovevano pronunciarsi sul tema lavori in quello specifico ufficio, l’ultima ad agosto che (finalmente, anche se non del tutto) ha fatto capire il perché non si parta con la posa della “prima pietra”.
Ater possiede la struttura in questione e il comune ne è solo l’affittuario, tanto che il comune non ha potuto neanche vederne il contratto, in quanto il direttore municipale non lo ha portato alla commissione.
Alla richiesta specifica su quali basi fosse stata decisa la chiusura, nessuna risposta chiara, né dalla Asl né da altri enti competenti, non si capisce bene quali rischi ci siano per la salubrità di utenti e lavoratori. Però a Via Grecia sono stati chiusi temporaneamente i battenti e siamo già a sei mesi di “stop”.
Alla fine da ambienti vicini al comune comunque è emerso che il municipio in buona sostanza avrebbe deciso in autonomia, decidendo di rifare scale e impintistica antincendio per una maggiore sicurezza, costi comunque non esorbitanti ma opere tali da bloccare i servizi, che dovrebbero, e qua il condizionale è d’obbligo, essere conclusi entro la fine dell’anno.
Con il frequente ricorso agli open day per le carte d’identità in tanti municipi certamente servirebbe un ufficio anagrafe funzionante, anche solo per avere nei quartieri limitrofi un presidio attivo, e poi – problema annoso – viene segnalata la presenza di personale in numero talmente basso che si fa fatica a predisporre l’iter per l’avvio materiale dei lavori tanto a livello amministrativo che a livello pratico.
In buona sostanza il piatto piange e l’utente finale, ossia il cittadino, come spesso accade, resta a bocca asciutta.
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