Roma, morte di Cranio Randagio: per il giudice “indagini depistate”

Le indagini volutamente ostacolate: a stabilirlo le motivazioni della condanna di due imputati

Bugie e depistaggi e solo per un fine quello di “ostacolare le indagini”. E’ la sintesi delle motivazioni della sentenza con cui a luglio il giudice monocratico di Roma ha condannato a due anni e mezzo di reclusione Piefrancesco B. e Jaime G., due giovani rimasti coinvolti nell’inchiesta sulla morte di Vittorio Bos Andrei in arte Cranio Randagio.

Le indagini volutamente ostacolate: a stabilirlo le motivazioni della condanna di due imputati

Non si è mai scoperto, infatti, chi abbia fornito la droga al rapper romano morto a 21 anni per un mix di stupefacenti nel corso di una festa di compleanno alla Balduina nella notte tra l’11 e il 12 novembre 2016.

Secondo il giudice i due imputati – accusati di favoreggiamento – avrebbero distorto le indagini e cercato di coprire chi ha portato droghe nell’abitazione. La condanna in particolare – sottolinea la sentenza – è frutto della “reticenza alla identificazione dei fornitori” delle droghe portate quella sera (e rimasti infatti sconosciuti).

Il giudice si sofferma in particolare sulla posizione del secondo giovane Jaime G. che “sentito più volte nel corso delle indagini, infatti, ha alterato il contesto fattuale negando la circostanza che vi fosse stata cessione e assunzione di droghe pesanti alla festa, ha negato di aver partecipato all’incontro di Andrei con lo spacciatore e ha assunto un atteggiamento reticente che ha ostacolato il reale accertamento dei fatti”. Ha anche detto che quella notte Andrei avrebbe avuto il cellulare scarico, circostanza smentita dai riscontri tecnici.

Abbiamo fumato solo qualche sigaretta di marijuana e qualche birra”, il massimo delle ammissioni.

Un caso quello della morte del rapper che rischia di restare un giallo. Il pusher sospettato di aver rifornito parte della droga la sera della festa e finito a processo per il reato di detenzione di droga e morte come conseguenza di un altro delitto è stato assolto e i veri fornitori non sono ami stati identificati.

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Roma, la morte di Cranio Randagio resta un giallo: assolto il presunto pusher