Roma, caso Hasib: l’appartamento posto sotto sequestro

L'appartamento di Hasib posta sotto sigilli: continuano intanto gli interrogatori di familiari e soccorritori

A distanza di due mesi è stata posta sequestro la casa popolare di via Gerolamo Aleandro, a Primavalle, da dove il 25 luglio il 36enne sordomuto di etnia rom Hasib Omerovic è precipitato durante un controllo della polizia.

L’appartamento posto sotto sigilli: continuano intanto gli interrogatori di familiari e soccorritori

Il sequestro è stato disposto ieri, 27 settembre, all’indomani della convocazione in Procura come persona informata sui fatti della sorella 15enne dell’uomo, ancora ricoverato al Gemelli.

Intanto su delega del sostituto procuratore Stefano Luciani – che ha aperto un fascicolo con le ipotesi di reato di tentato omicidio e il falso in atti d’ufficio – sono stati sentiti anche i primi soccorritori arrivati sul posto.

Si tratta di due barellieri del 118 che hanno descritto la scena che si sono trovati davanti agli occhi prima del trasporto d’urgenza al Policlinico Gemelli. Hasib era in stato di coma e ricoperto di sangue (leggi qui).

Presto verrà ascoltata anche la sorella maggiore di Hasib, unica testimone dei fatti, una donna però anche lei con difficoltà.

Per domani, 29 settembre, intanto la famiglia Omerovic, assistita dall’Associazione 21 luglio e dal deputato Riccardo Magi che su caso ha presentato una interrogazione, ha indetto una nuova conferenza stampa per chiedere “Verità per Hasib” e chiarire altri punti della vicenda. Il primo: chi ha chiesto l’intervento della Polizia quel giorno?

Nell’appartamento, infatti, al momento del volo di otto metri di Hasib, erano da poco entrati quattro agenti del locale commissariato, intervenuti di iniziativa, ossia senza la necessaria delega dell’autorità giudiziaria. Per ora sono finiti sotto inchiesta tutti e quattro.

Nell’informativa a seguito della “perquisizione” effettuata a loro dire per identificare il trentenne rom, additato su un profilo facebook come molestatore di giovani donne, avevano sostenuto che si era trattato di un tentato suicidio.

Per la sorella di Hasib – di cui si dovrà valutare l’attendibilità – Hasib sarebbe stato spinto nel corso di una lite con gli agenti. Ma ci potrebbe essere una terza ipotesi, al vaglio, quella dell’istigazione al suicidio. Hasib si sarebbe lanciato per sfuggire a una aggressione.

La famiglia di Hasib ha denunciato il caso dopo un paio di settimane e consegnato agli inquirenti una scopa spezzata e un lenzuolo macchiato di sangue. La famiglia di Hasib aveva lasciato l’appartamento lo stesso giorno della perquisizione.

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Caso Hasib, il 36enne precipitato dalla finestra: ipotesi vendetta